A cura della Redazione

Il lavoro incessante degli agenti della sezione “Antirapina” della Squadra Mobile, all’indomani dell’arresto di Donato Paladini (foto), di 20 anni, avvenuto nella serata di sabato, ha portato oieri al fermo del complice Antonio Ramaglia, 19enne pregiudicato.

Nel pomeriggio del 14 novembre, a Casoria, i poliziotti hanno notato in via Caserta al Bravo sopraggiungere a forte velocità due scooter Honda  Sh 300 con a bordo quattro giovani, tutti abbigliati di scuro e tutti indossanti caschi di colore nero.

Notando la guida particolarmente spericolata, gli agenti hanno raggiunto i due scooter imponendo loro l’alt.

In quello stesso frangente, gli agenti si sono resi conto che i due passeggeri erano armati di pistola, del tipo in dotazione alle Forze dell’Ordine, e che agli scooter erano state apposte delle targhe con del nastro adesivo.

I poliziotti riuscivano anche a bloccare uno dei due scooter ed un agente, disceso dalla moto, si avvicinava ai due.

Dopo un primo tentativo di arrestare la marcia, il conducente accelerava l’andatura investendo il poliziotto, procurandogli lesioni guaribili in 7 giorni.

L’azione consentiva ai due giovani di guadagnarsi la fuga. Gli occupanti dell’altro scooter, invece, mettevano in atto una serie di manovre repentine ed azzardate, imboccando strade in controsenso con cambiamenti improvvisi di direzione.

Ne nasceva un rocambolesco inseguimento verso Napoli. Il giovane passeggero, in più occasioni, puntava contro i poliziotti l’arma. Giunti all’incrocio di via De Pinedo con Piazza Giuseppe Di Vittorio, i due giovani, raggiunti dagli agenti, tentavano, sferrando dei calci, di farli perdere il controllo della moto.

A causa delle manovre azzardate, cadevano al suolo sia i poliziotti che i due giovani.

Ne scaturiva una colluttazione in cui i due malviventi riuscivano a guadagnarsi la fuga a piedi in direzione di via Vecchia Miano.

I due giovani, arma in pugno, bloccavano un’autovettura Honda Jazz, condotta da una donna che si trovava in compagnia della nipote.

Raggiunti dai poliziotti gli veniva imposto nuovamente l’alt.

Anche l’esplosione di due colpi in aria, a scopo intimidatorio, non faceva desistere i due giovani nel loro intento.

Infatti, mentre uno si parava avanti l’auto poggiando con violenza le mani sul cofano, l’altro afferrava la conducente per il bavero della giacca, scaraventandola fuori dall’abitacolo.

La nipote, invece, usciva dall’abitacolo fuggendo in direzione di uno stabile per trovare riparo.

Il giovane armato, Donato Paladini,  puntava la pistola contro il poliziotto e veniva da quest’ultimo ferito ad una gamba.

Il complice, impossessatosi dell’auto, investiva il poliziotto dileguandosi. Paladini veniva medicato in ospedale per una ferita alla gamba sinistra guaribile in 10 giorni.

Nel corso delle indagini, gli stessi giovani erano stati notati, due ore prima, nel quartiere Scampia dai poliziotti del Commissariato mentre erano in un’officina meccanica per un controllo ai pneumatici.

Sul luogo della rapina veniva sequestrata una pistola Marca Bruni in metallo, priva del tappo rosso, un orologio del tipo Rolex Datejust, su cui sono in corso accertamenti, ed un paio di guanti da lavoro.

Lo scooter sul quale viaggiavano è risultato di proprietà di Antonio Ramaglia, ossia il pregiudicato fuggito con l’auto rapinata, mentre la targa è risultata smarrita da un abitante del quartiere Soccavo lo scorso mese.

Avendo identificato Ramaglia, i poliziotti hanno avviato una perquisizione presso la sua abitazione, senza riscontrarlo in casa.

Ramaglia si è presentato poi presso la Stazione Carabinieri di San Pietro a Patierno denunciando di aver prestato il suo scooter ad un amico e di essere venuto a conoscenza che questo era coinvolto in un episodio delittuoso.

I poliziotti, avvisati dai carabinieri della presenza di Ramaglia, si sono recati in San Pietro a Patierno dove prelevavano il giovane conducendolo in Questura.

Ramaglia, avendo avuto una colluttazione con un poliziotto, è stato riconosciuto senza ombra di dubbio quale complice di Paladini e sottoposto a fermo perché responsabile, in concorso, di rapina pluriaggravata nei confronti dell’automobilista, e resistenza e lesioni a Pubblico Ufficiale. Inoltr, è stato indagato anche per aver apposto allo scooter una targa oggetto di denuncia.