A cura della Redazione

La Polizia di Stato di Napoli ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP presso Tribunale per Minorenni di Napoli, a carico di D. I., 16 anni, ritenuto responsabile di omicidio,  detenzione e porto in luogo pubblico di armi comuni da sparo.

Le indagini della Squadra Mobile di Napoli, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni, hanno consentito di acquisire gravi elementi indiziari a carico dell’indagato il quale, la sera del 4 febbraio scorso, in concorso con un altro individuo al momento ancora ignoto, esplodeva numerosi colpi d’arma da fuoco all’indirizzo di Pasquale Zito, 22 anni, che, soccorso presso l’Ospedale San Paolo di Napoli, decedeva poco dopo.

Da una rielaborazione dell’azione criminale il minore, trasportato a bordo di un ciclomotore da un complice, mentre transitava via Maiuri di Bagnoli, incrociava l’autovettura Audi A1 con a bordo la vittima e, dopo aver affiancato il veicolo parcheggiato nella medesima strada, esplodeva numerosi colpi d’arma da fuoco all’indirizzo della stessa cagionandone la morte.

Sul posto il personale della Polizia Scientifica repertava 10 bossoli cal. 9x21.

Gli approfondimenti investigativi svolti, con il supporto di accertamenti tecnico - scientifici, come l’esame dei residui da sparo, eseguiti nell’immediatezza e con esito positivo a carico dell’indagato, hanno consentito di delineare un solido quadro probatorio a carico del minore il quale avrebbe deliberato ed eseguito materialmente l’omicidio di Zito.

Il movente dell’azione omicidiaria sarebbe da ricondursi ad un sentimento di gelosia maturato da minore nei confronti della vittima, colpevole di aver tentato un approccio verso la sua fidanzata minorenne.

Le investigazioni sono risultate particolarmente  complesse per il clima di omertà ed i contesti criminogeni in cui si è operato.

Il minore è imparentato con Alessandro Giannelli, attualmente detenuto, reggente dell’omonimo clan camorristico operativo nell’area cittadina di Cavalleggeri D’Aosta.

L’indagato è stato associato al Centro Prima Accoglienza Colli Aminei.

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