A cura della Redazione

Maxi sequetsro di beni per 700 mila euro ai danni di Ciro Bernardi, 66 anni.

Due i provvedimenti emessi dal Tribunale di Napoli ed eseguiti dalla Divisione Anticrimine della Questura partenopea, tesi ad aggredire i patrimoni di mafia.

Bernardi è stato condannato nel 2009 dalla Corte d'Appello di Napoli, con sentenza poi confermata dalla Cassazione nel 2011, alla pena di 6 anni di reclusione per associaizone a delinquere di stampo mafioso volta alla produzione e al commercio di merce con marchi contraffatti e con segni distintivi falsi, aggravati dalle finalità mafiose.

Il 66enne è ritenuto contiguo al clan camorristico denominato Alleanza di Secondigliano, sotto la guida di Edoardo Contini e dei fratelli Vincenzo, Pietro e Maria Licciardi.

Bernardi, imprenditore nel commercio all'ingrosso di capi di abbigliamento, è reputato dagli inquirenti il produttore organico all'organizzazione criminale. Gestiva capitali illeciti, l'importazione, la produzione e l'esportazione di merce contraffatta.

Sotto sigilli un appartamento di 6 vani a Melito di Napoli, due imprese individuali attive nel settore del commercio al dettaglio di abbigliamento, una a Napoli e l'altra sempre a Melito, 26 rapporti finanziari presso uffici postali e banche dislocati a Napoli e in provincia.