A cura della Redazione

E' scontro tra la Curia di Napoli ed il Garante per l'Infanzia e l'adolescenza della Regione Campania.

Dopo la pubblicazione del report sugli abusi ed incesti intrafamiliari, con più di 200 casi di maltrattamenti e violenza “sommersa” fra le mura di casa ai danni di bambini da parte di familiari, il garante Cesaro Romano (nella foto) accusa la Chiesa di non aver fornito collaborazione.

«Ho inviato alla segreteria del Vescovo i questionari da distribuire nelle parrocchie, ovviamente in forma anonima, con l'indicazione della data ultima di restituzione - scrive Romano in una nota -. Non giungendo alcun questionario compilato abbiamo sollecitato svariate volte la riconsegna, ma senza alcun esito. Non ho alcun interesse personale o istituzionale ad attaccare la Chiesa, ho rispetto profondo per tutte le religioni perché credo in Dio e nella libertà. Il mio unico interesse era ed è la tutela dei diritti delle persone di minore età».

Pronta la replica del cardinale Crescenzio Sepe: «Mi viene chiesta la collaborazione della Curia che, senza venire codificata in atti formali, può trovare manifestazione ed espressione nel Patrocinio Morale del’Arcidiocesi, che ben volentieri concedo alla iniziativa, per  l’alta valenza morale e sociale - riferisce il Prelato -. Pur non conoscendo il dato della delicata patologia, posso senz’altro dire che non sfugge alla Chiesa di Napoli l`importanza del progetto che Lei intende sviluppare e che, purtroppo, trova la sua ragion d’essere prioritariamente nella caduta di valori fondamentali, quali il rispetto della persona e del rapporto parentale, oltre che nella disgregazione del nucleo familiare e nella mancanza di una sana e reale vita di famiglia. So quanto sia difficile affrontare un tema così delicato, che passa attraverso forme di paura, di omertà, di pudore, di reticenza, di rimozione psicologica, di silenzi e di isolamento, ma molto probabilmente anche di costanti minacce. Si tratta - aggiunge Sepe -, pertanto, di lavorare con grande prudenza nel più assoluto rispetto della vittima e della sua fragilità, ma anche di quanti, nell’anonimato, possono offrire collaborazione e utili confidenze. La Chiesa, attraverso le parrocchie, non mancherà di svolgere un ruolo di ascolto e di sostegno alle persone e alle famiglie, privilegiando i percorsi educativi e di formazione, per riaffermare la dignità della persona e il suo rispetto. Credo che questa azione possa anche rendere più fertile il terreno sul quale si andrà a sviluppare l’indagine conoscitiva da Lei annunciata, per la quale desidero esprimerLe il mio compiacimento, con l`augurio di risultati utili e con la speranza che il triste fenomeno non sia tanto incidente e radicato come si può temere».

Di qui la controreplica di Romano: «Se la chiesa mente - tuona il Garante - assassina una parte del mondo offendendo l'umanità ma soprattutto la verità».

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