A cura della Redazione

A seguito di una complessa attività di indagine di natura patrimoniale, tesa all’aggressione dei patrimoni di mafia, personale della Divisione Anticrimine della Questura di Napoli (Sezione Misure di Prevenzione Patrimoniali) ha dato esecuzione al decreto di sequestro beni emesso dal Tribunale di Napol i- Sezione Misure di Prevenzione -, ai sensi della normativa antimafia, nei confronti di Raffale Petrone, 72 anni.

Petrone è soggetto gravato da plurimi pregiudizi per associazione per delinquere di tipo mafioso, associazione per delinquere semplice finalizzata a falso e truffa, estorsione, rapina, contrabbando, incendio, furto, appropriazione indebita, reati contro la P. A., in atto sottoposto alla misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale della P.S. per quattro anni con obbligo di soggiorno, ai sensi della normativa antimafia.

L'uomo, inoltre, è stato condannato irrevocabilmente alla pena di nove anni di reclusione per il reato di associazione per delinquere di tipo mafioso, per la partecipazione, quale uno dei promotori ed organizzatori, al potente sodalizio camorristico Caiazzo-Cimmino operante nei quartieri collinari Vomero-Arenella, la cui finalità era di assumere il controllo di tutte le attività illecite esercitate sul territorio dei predetti quartieri, in primis estorsioni in danno di imprenditori e commercianti, ed il traffico di ogni genere di sostanze stupefacenti.    

Sotto sequestro la totalità delle quote e del patrimonio aziendale della società “ENOR s.r.l.”, attiva nel settore della ristorazione, con sede legale in Napoli e luogo di esercizio al quartiere Vomero in piazza Medaglie d’Oro, un appartamento (con relativo locale pertinenziale ad uso rimessa) (Rione Traiano), ed un'autovettura “Fiat Panda”.

Il valore del patrimonio posto sotto sequestro ammonta a circa 800 mila euro.

Il sequestro odierno è stato emesso successivamente alla confisca di prevenzione di un ingentissimo patrimonio immobiliare, mobiliare e societario per un valore complessivo di circa 45 milioni di euro riconducibile allo stesso Petrone, effettuato in seguito al provvedimento ablatorio già emesso nel maggio 2013 dal Tribunale di Napoli e confermato dalla Corte di Appello di Napoli.

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