“Pronto signora! Siamo i Carabinieri. Suo figlio è stato appena coinvolto in un grave incidente stradale. Per non farlo arrestare, apra la porta ad un nostro avvocato, l’avvocato dei Carabinieri, e dia a lui 4.000 euro e tutti i gioielli che ha in casa. Così tutto si risolverà e suo figlio tornerà tranquillamente a casa”.
Queste, più o meno, le frasi che il complice, telefonista della banda, ha pronunciato al telefono ad una inerme anziana, una mite e distinta signora di 73 anni del quartiere S. Poalo di Bari. Di sicuro, queste parole o simili riferimenti alle forze dell’ordine suoneranno familiari a non pochi altri anziani, caduti anche loro vittime, negli ultimi tempi, del più vile dei raggiri.
E’ proprio per questo motivo che il Comando Provinciale Carabinieri di Bari, di fronte ai numerosi casi degli ultimi tempi di truffe ad anziani, commesse proprio da “finti Carabinieri”, ha messo in campo un dispiegamento di forze e risorse senza precedenti.
Ed è così che, finalmente, si è arrivati ad un risultato: l’arresto di un pregiudicato napoletano 32enne, colto con le mani nel sacco!
Il Nucleo Operativo della Compagnia San Paolo ha arrestato il truffatore campano specializzato nella commissione di truffe agli anziani. L’uomo è stato ammanettato dai Carabinieri proprio pochi istanti dopo essersi appropriato di tutti gli averi di un’anziana donna, sola e indifesa, alla quale aveva raccontato di essere un “avvocato dei Carabinieri”, giunto per riscuotere denaro utile ad evitare l’arresto del figlio.
È quanto è capitato alla vittima di questa spregevole storia, una donna di 73 anni di Bari San Paolo, che, mentre era sola in casa, è stata raggiunta da una telefonata che le preannunciava la necessità di pagare 4.000 euro per liberare il figlio che, altrimenti, sarebbe stato arrestato.
Il telefonista della banda raccontava alla donna che il figlio era rimasto coinvolto in un incidente stradale e che, se non avesse pagato entro mezz'ora (per l’imminente chiusura del Tribunale) la somma, il figlio sarebbe stato arrestato. Ad aggravare lo stato di angoscia dell’indifesa anziana, il malfattore riferiva che non era comunque possibile parlare al telefono con il ragazzo, perché, al momento, si trovava in ospedale per eseguire l’alcool test e comunque era in stato di fermo. Per evitare l’arresto, avrebbe dovuto consegnare il denaro ad un fantomatico “avvocato dei Carabinieri” che si sarebbe recato, di lì a poco, presso la sua abitazione.
Una volta prospettata alla donna la grave situazione e rimarcato il fatto che non vi erano per lei possibilità alternative di scelta se voleva che il figlio rimanesse in libertà, i malfattori si facevano dare l’indirizzo e si facevano anche elencare il quantitativo di preziosi che avrebbe dovuto consegnare insieme alla somma richiesta. Il complice, pertanto, si presentava puntualmente a casa dell’anziana come l’“avvocato dei carabinieri”, facendosi consegnare i preziosi ed una somma di denaro contante, 400 euro in tutto. Il piano criminale, studiato nei minimi dettagli, era già stato portato a compimento, se non fosse stato per la preziosissima telefonata pervenuta al "112" e fatta da un vicino di casa che, vista la malcapitata affacciarsi più volte, nervosa alla finestra, notava poi l’accesso, nell'androne del palazzo, di un giovane distinto e ben vestito, con tanto di valigetta e mai visto prima.
La segnalazione si è rivelata provvidenziale. La Centrale Operativa ha subito inviato una pattuglia che si è appostata proprio all'uscita di casa della vittima ed ha bloccato il truffatore, sorprendendolo con addosso tutti i beni preziosi ed il denaro sottratti alla donna. Il reo napoletano con una lunga storia criminale alle spalle, ha ammesso subito di aver prelevato la refurtiva a casa dell’anziana e pertanto è stato condotto in caserma e poco dopo arrestato per truffa aggravata. All'esito del controllo, i Carabinieri hanno riconsegnato alla povera vittima (ed alla figlia che, sconvolta, era intanto subito accorsa dalla madre) tutto l’oro sottratto, ovvero circa 8.000 euro in piccoli preziosi, accumulati in una vita di sacrifici e la somma contante di 400 euro. L’arrestato ha patteggiato in Tribunale ed è stato condannato a 17 mesi di reclusione (da scontare con il braccialetto elettronico agli arresti domiciliari) ed al pagamento di 800 euro di multa.
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