A cura della Redazione

Carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna hanno eseguito una misura cautelare personale nei confronti di un imprenditore afragolese incensurato, in esecuzione di un provvedimento dell’ Ufficio GIP del Tribunale di Napoli per il reato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso.

Secondo quanto ritenuto dal Gip, le indagini - coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli - hanno evidenziato la volontà dell’arrestato di entrare in possesso della totalità delle quote di un esercizio commerciale, grazie alla spendita del nome ed all’intervento diretto di elementi di vertice del clan Moccia.

Le investigazioni svoltesi tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014 hanno permesso di verificare che la vittima della tentata estorsione era stata avvicinata in più di una occasione dall’attuale collaboratore di giustizia Salvatore Scafuto, in passato elemento apicale del clan Moccia, il quale avrebbe chiesto con insistenza la formale cessione al'imprenditore della totale proprietà della società costituita per un negozio di dolciumi.

A fronte della iniziale resistenza, la vittima era anche stata convocata da Anna Mazza, vedova di Gennaro Moccia, la quale per altro, sempre secondo quanto ritenuto dal Gip, aveva desistito dalla sua condotta anche in ragione della reazione della vittima che aveva dichiarato alla donna di aver già presentato denuncia ai Carabinieri.

Il destinatario del provvedimento restrittivo è stato quindi sottoposto al regime della detenzione domiciliare.

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