A cura della Redazione

Carabinieri di Castello di Cisterna e Polizia di Stato di Napoli hanno dato esecuzione ad decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia a carico di quattro persone, ritenute responsabili del reato di associazione per delinquere di stampo mafioso in quanto facenti parte del clan camorristico Amato-Pagano, operante nei quartieri di Scampia e Secondigliano e nei Comuni di Melito e  Mugnano.

Il provvedimento restrittivo è stato convalidato dal G.I.P. presso il Tribunale di Napoli che ha contestualmente emesso ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti degli indagati.

L’attività investigativa della Squadra Mobile della Questura di Napoli e del Nucleo Investigativo del Gruppo Carabinieri di Castello di Cisterna, coordinata dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia, corroborata dalle risultanze di attività tecnica di intercettazione e dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia,  ha consentito di acquisire significativi elementi di colpevolezza a carico degli indagati, aderenti alla consorteria camorristica.

Le indagini hanno ricostruito le recenti evoluzioni del clan Amato-Pagano che, dopo aver superato la contrapposizione interna, tra la famiglia Amato e quella Pagano, registrata durante la reggenza del clan affidata da Cesare Pagano al genero Mario Riccio, quest’ultimo localizzato ed arrestato dalla Polizia di Stato dopo una lunga latitanza il 4 febbraio 2014, ha riconquistato una  posizione di assoluta centralità nel panorama criminale della zona a nord di Napoli, sotto la ferrea e unitaria guida di Rosaria Pagano, arrestata sempre dalla Polizia di Stato lo scorso 17 gennaio, in quanto destinataria di ordinanza di custodia cautelare in carcere per il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso.

Dalle indagini è, altresì, emerso che i destinatari del provvedimento di fermo, in aperta contrapposizione tra loro, aspiravano ad assumere e mantenere il ruolo primario e di stretta fiducia dei vertici del clan Amato-Pagano, al fine di conservare il controllo dei traffici illeciti nel settore della vendita all’ingrosso della cocaina nei Comuni di Mugnano e Melito, il cui mercato ha rappresentato e rappresenta la principale fonte di sostentamento economico della compagine camorristica.

Nel segnalato contesto criminale di aperta contrapposizione armata sono state registrate diverse fibrillazioni. Tra esse si rileva l’omicidio di Luigi Di Rupo, ritenuto vicino ai fratelli Cancello, consumato il 5 gennaio 2016 a Melito, il ferimento dell’indagato Pietro Caiazza, consumato il 18 maggio scorso a Melito, e l’agguato consumato nel lotto G del quartiere di Scampia il 12 dicembre in cui è stato ucciso Francesco Angrisano, elemento di spicco del camorristico clan della Vanella-Grassi.

In manette sono finiti Pietro Caiazza, Ciro Mauriello e i fratelli Elia e Maurizio Cancello, che risultano affiliati al clan Amato-Pagano sin dalla sua costituzione e cioè dal momento in cui le famiglie Amato Pagano si sono scisse dal clan Di Lauro dando vita agli “Scissionisti” e ad una delle più cruente faide di camorra degli ultimi anni.

Le indagini hanno cristallizzato i ruoli e le responsabilità penali degli indagati e dimostrato il non veritiero stato di salute di Mauriello a causa del quale, al momento della cattura, era detenuto per altro provvedimento in regime di arresti domiciliari anziché in carcere. 

L'uomo ha provato, senza successo e in più occasioni, a reperire medici compiacenti che gli fornissero certificazioni mendaci.