A cura della Redazione

Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Napoli e del Nucleo Speciale Polizia Valutaria hanno dato esecuzione a misure di custodia cautelare (arresti domiciliari) e provvedimenti di sequestro patrimoniale nei confronti di sei persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di corruzione e turbata libertà degli incanti nell’ambito dei rapporti di fornitura di prodotti all’Istituto Nazionale Fondazione “Pascale“ di Napoli, commessi tra il 2012 e il 2015.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli - sezione Reati contro il Patrimonio, avrebbero accertato che il medico Francesco Izzo, direttore della Struttura Complessa di Chirurgia Oncologica Addominale del "Pascale", dichiarando falsamente - secondo gli inquirenti - che alcuni dispositivi medicali necessari per la cura dei tumori al fegato erano urgenti, «infungibili» e di esclusiva produzione di alcune aziende, tra le quali due a cui i prodotti erano forniti dalle società gestite dalla moglie, Giulia Di Capua, anch'ella raggiunta dall'ordinanza, avrebbe garantito loro in modo sistematico l'aggiudicazione di una serie di forniture ricorrendo all'acquisto mediante procedura negoziale diretta, senza nessuna gara d'appalto.

Il tutto con l'assenso tacito degli uffici amministrativi dell'Istituto "Pascale" deputati ad effettuare i controlli, e soprattutto «grazie al contributo del dott. Elia Abbondante - scrive la Procura -, all'epoca dei fatti responsabile unico del procedimento di alcune delle procedure» finite sotto l'attenzione della magistratura. A quest'ultimo, tra l'altro cointeressato in affari con i coniugi Izzo-Di Capua in un'altra società, vengono contestate le accuse di concorso nei reati di turbativa d'asta e corruzione ascritti ad Izzo, alla moglie e a un altro indagato, Sergio Mariani, che amministrava formalmente le società gestite dalla donna ma di fatto riconducibili sostanzialmente al Primario. 

Gli inquirenti sostengono che il valore complessivo delle commesse, aggiudicate con questo meccanismo, a partire dal 2012, ammonterebbero a circa 2 milioni di euro. I finanzieri hanno inoltre eseguito il sequestro, fino all'ammontare della somma prima indicata, di conti correnti, beni immobili e mobili resgistrati in capo ad Izzo e alla coniuge nonché alle società coinvolte.

Le indagini inoltre avrebbero accertato ulteriori condotte corruttive di Izzo in concorso con Marco Argenziano, informatore scientifico, finalizzate a raddoppiare le prescrizioni e gli ordini di un farmaco oncologico prodotto dall'azienda per cui lavorava Argenziano. In cambio dell'incremento delle prescrizioni, «raddoppiate nel 2015 in modo del tutto ingiustificato rispetto all'anno precedente e in totale dispregio dell'interesse primario della salute pubblica», scrive la Procura, a Izzo sarebbero stati promessi e poi elargiti 10mila euro. Coinvolto nell'inchiesta anche Marco Mauti.

Accuse gravissime, dunque, dalle quali gli indagati potranno difendersi nelle sedi opportune. Ma che in ogni caso disvelano «lo spregio delle regole non solo della buona amministrazione della cosa pubblica ma anche del basilare vivere civile nonché l'assoluto disprezzo per i malati sottoposti a terapia», scrive il procuratore aggiunto Alfonso D'Avino.

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