A cura della Redazione

Sono state eseguite, da personale della Digos della Questura di Frosinone  e della Sottosezione Polizia Stradale di Frosinone, coadiuvato dalla Digos della Questura di Napoli, nell’ambito del secondo filone di indagine dell’operazione “Macula”, perquisizioni e quattro ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettanti “ultras” del Napoli. I provvedimenti sono stati emessi dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Frosinone, Antonello Bracaglia Morante, su proposta del sostituto procuratore Vittorio Misiti, della Procura della Repubblica di Frosinone.

I fatti risalgono all’1.30 circa del 15 maggio scorso, quando un gruppo di sette tifosi della Juventus residenti nella provincia di Brindisi - di rientro dalla trasferta di Roma a bordo di un furgone a noleggio - mentre sostavano per rifornimento presso l’impianto ENI dell’area di servizio autostradale “La Macchia Ovest”, ad Anagni, venivano violentemente aggrediti con calci, pugni e bastoni e venivano fatti oggetto di lancio di petardi e torce fumogene da un altro gruppo di circa venti tifosi ultras partenopei, lì sopraggiunti e di rientro dalla trasferta di Torino.

Terminata l’aggressione fisica, i violenti si impossessavano anche delle borse all’interno del furgone su cui viaggiavano i tifosi juventini, contenenti denaro, documenti ed altri oggetti personali, e si allontanavano dal luogo dell’evento a bordo di alcuni veicoli.

Tutti gli aggrediti hanno dovuto far ricorso alle cure dei sanitari presso il nosocomio di Frosinone, con referti per lesioni dai 2 agli 8 giorni.

Nei giorni immediatamente successivi, sono state eseguite, a Napoli e Caserta, perquisizioni domiciliari a carico di alcuni degli identificati, nel corso delle quali è stato rinvenuto materiale vario comprovante la diretta responsabilità in merito ai reati contestati.

L’attività info investigativa ha portato già lo scorso 16 giugno, nel primo filone dell’operazione “Macula”, all’esecuzione delle prime tre ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettanti ultras.

Successivamente, le risultanze investigative dell’attività di polizia giudiziaria hanno condotto all’identificazione di altri quattro ultras, coinvolti nella violenta aggressione nell’area di servizio “La Macchia”

Il G.I.P., nell’adottare il provvedimento restrittivo anche nei loro confronti, ha accolto in toto la tesi investigativa, ravvisando la consumazione dei reati di rapina e lesioni aggravate.

La complessa attività di indagine, avvalendosi anche delle immagini dell’impianto di videosorveglianza dell’area di servizio e del sistema di videosorveglianza dello Stadio “Grande Torino” del capoluogo piemontese - dove gli indagati avevano assistito all’incontro di calcio Torino-Napoli -, ha permesso di identificare gli altri quattro “ultras” responsabili della violenta aggressione: ono tutti partenopei,di età compresa tra i 19 e 41 anni.

"Gli indagati sono stati parte attiva di un grave fatto delittuoso di gruppo - scrive il giudice , senza nemmeno preoccuparsi, protetti dalla forza del “branco”, della ragionevole possibilità di essere individuati dai videosistemi di sorveglianza e sicurezza di cui sono notoriamente dotate le autostrade.  La scelta del tutto casuale del bersaglio della violenza ‘strada facendo’, con il solo elemento distintivo dell’appartenenza delle vittime ad una schiera di tifosi “avversari”, evoca scenari inquietanti da Arancia Meccanica di cinematografica memoria (si rammenti la preordinazione, la rapidità ed il coordinamento dei gesti violenti di almeno venti persone, che le immagini ben descrivono”.

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