A cura della Redazione

Un appartamento era stato adibito ad alcova. A scoprirlo gli agenti della Polizia di Stato di Avellino nel capoluogo irpino. Denunciate in stato di libertà due donne di nazionalità argentina, rispettivamente di 37 e 44 anni, responsabili di esercizio di attività di prostituzione e soggiorno illegale sul territorio nazionale.

All’individuazione della "casa di piacere" e della scoperta che presso la stessa era in atto un’attività di meretricio, si è giunti in un modo alquanto singolare ed insolito, tenuto conto che il tutto è iniziato a seguito delle denuncia sporta in Questura da una madre, la quale, visibilmente preoccupata, riferiva dell’allontanamento del proprio figlio 30enne da casa, senza che quest’ultimo avesse fornito più alcuna notizia.

I poliziotti, nella circostanza, hanno iniziato subito le indagini partendo dall’ultimo posto in cui era stato visto, e qui, in un cassonetto non lontano dal luogo dove è stata scoperta la “casa di appuntamento”, hanno trovato il suo cellulare. Dopo aver ascoltato le sue ultime conversazioni telefoniche, grazie ad una apposita applicazione preinstallata, è stato accertato che il 30enne aveva avuto ripetute conversazioni con due giovani donne, dall’accento straniero, il cui tenore di conversazione non lasciava alcun dubbio circa “l’attività lavorativa” esercitata.

Sulla scorta degli elementi acquisiti gli agenti, spacciandosi per normali clienti, dopo aver contattato elefonicamente le donne, concordavano un appuntamento, finalizzato ad usufruire dei “servigi” di piacere. Dopo aver indossato abiti civili, i poliziotti si sono recati all’appuntamento e giunti sul posto sono stati ricevuti in totale cordialità da due avvenenti donne che, in abiti succinti, non nutrendo alcun sospetto di essere di fronte ad agenti di Polizia, subito hanno formulato loro la richiesta di denaro, pari a 50 euro, in cambio della prestazione di piacere precedentemente pattuita.

Con amarissima sorpresa per le stesse però, invece dei soldi hanno visto i tesserini dei poliziotti che, dopo essersi qualificati, hanno provveduto ad accompagnarle in Questura, dove, in seguito agli accertamenti di rito, sono state deferite in stato di libertà.

L’appartamento è stato sottoposto a sequestro.

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