A cura della Redazione

Nelle prime ore di domenica 5 novembre, sono sbarcati al porto di Salerno, dalla nave spagnola "Esps Cantabria", 401 migranti. A bordo della nave c'erano anche 26 cadaveri di donne, recuperati in acque internazionali nel corso di quattro distinte operazioni di salvataggio a largo delle coste libiche.

La Procura della Repubblica ha immediatamente assunto la direzione delle indagini ed ha effettuato attività di indagine insieme con personale della Polizia di Stato appartenente alla Squadra Mobile della Questura di Salerno e con il Nucleo di Polizia Giudiziaria della Capitaneria di Porto di Salerno, finalizzate ad individuare eventuali scafisti o facilitatori tra i migranti sbarcati ed a ricostruire i fatti.

Le indagini, che sono proseguite ininterrottamente durante tutta la giornata di domenica e nelle prime ore della notte di lunedì 6 novembre, hanno consentito di acquisire fonti di prova integranti, a giudizio della Procura, gravi indizi di colpevolezza a carico di due uomini sbarcati dalla nave nei confronti dei quali è stato emesso decreto di fermo.

Sono accusati di aver contribuito, con le loro condotte, alle attività di tratta delle persone e di aver organizzato e trasportato almeno 150 persone circa a bordo di un gommone poi intercettato, in acque internazionali, dalla nave spagnola che ha provveduto al salvataggio dei migranti.

All'identificazione dei due scafisti,uno di orgini egiziane e l'altro di nazionalità libica, si è giunti grazie alle dichiarazioni di più migranti che viaggiavano a bordo dello stesso gommone pilotato dai fermati.

Nell'ambito delle attività di indagine, sono state poi raccolte dichiarazioni di migranti che hanno permesso di accertare che almeno dieci migranti che viaggiavano su un gommone soccorso sono caduti in acqua, a causa delle avverse condizioni del mare, e sono ancora dispersi.

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