A cura della Redazione

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bergamo, dalle prime ore della mattinata, stanno eseguendo sette misure di custodia cautelare in carcere a carico dei principali esponenti di un’associazione per delinquere di matrice campana ed albanese, dedita ad attività estorsive, rapina, lesioni, spaccio di sostanze stupefacenti, ricettazione, minacce e detenzione illegale di armi clandestine.

Il provvedimento - firmato dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Bergamo, su richiesta del Sostituto Procuratore della locale Procura della Repubblica - rappresenta l’epilogo di una delicata indagine condotta dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Bergamo nell’ambito della quale, in diversi interventi, sono già stati tratti in arresto altri sei componenti del sodalizio criminale.

I sette arrestati, tutti pluripregiudicati, alcuni dei quali per associazione per delinquere di stampo mafioso ed omicidio, operavano nel territorio orobico in danno di imprenditori ai quali, con l’uso della violenza, imponevano il pagamento di ingenti somme di denaro a titolo di “protezione” della loro attività. Le indagini si sono rivelate lunghe e laboriose, contornate da momenti di altissimo rischio, come nella circostanza in cui i finanzieri si sono imbattuti “in diretta” in un tentato omicidio, non andato a buon fine solo per l’inceppamento dell’arma da parte del suo autore, in seguito individuato ed arrestato.

Numerosi gli episodi di estorsione e di violenze fisiche accertati, vittime gli imprenditori locali, costretti a corrispondere somme di denaro, ovvero loro disponibilità patrimoniali, anche arrivando a cedere le loro attività ai membri del sodalizio. In una di queste occasioni, i finanzieri sono intervenuti e hanno tratto in arresto due appartenenti all’associazione per delinquere, nell’atto di incassare da un imprenditore all’interno di un bar di Colognola 5.000 euro a titolo di estorsione.

Ulteriori tre soggetti di nazionalità albanese sono stati tratti in arresto per spaccio di sostanze stupefacenti, unitamente ad un quarto individuo, quest'ultimo per reati inerenti la legge sull’immigrazione.

La violenza ed i modi cruenti utilizzati dal gruppo criminale per convincere le vittime a sottostare alle pressanti richieste, sono stati documentati dai filmati ripresi durante le indagini, che testimoniano i pestaggi cui venivano sottoposti gli imprenditori. Durante l’attività investigativa sono state anche sequestrate quattro armi clandestine con matricola abrasa, due delle quali occultate all’interno di una poltrona di un ufficio sito a Verdello, oltre a numerosi proiettili, un silenziatore e denaro contante.