Carabinieri e DDA sequestrano beni intestati a prestanome di un affiliato a clan di camorra. I militari del Nucleo Investigativo di Napoli hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo emesso dal GIP su richiesta della Direzione Distrettuale Anitmafia partenopea ai danni di tre persone - Francesco Salvati, Domenico Iaccarino e Vittoria Serulo -, proprietari degli immobili a cui sono stati apposti i sigilli, in tutto tre appartamenti per un totale di 17 vani ubicati su viale Europa a Mondragone, e un appartamento di sei vani in via Torquato Tasso a Crispano, per un valore complessivo stimato in 400mila euro.
I tre sono tutti legati da vincoli di parentela con Pasquale Fucito, già destinatario di una misura cautelare perché ritenuto responsabile dei reati di intestazione fittizia di beni e di reimpiego di capitali illeciti, aggravati da finalità mafiose, avendo compiuto operazioni volte ad ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa del denaro e di altre utilità provento di delitti, acquistando immobili con denaro proveniente dal narcotraffico, poi intestati a soggetti a lui legati da vincoli di parentela.
Il provvedimento scaturisce da elementi indiziari acquisiti durante una complessa attività investigativa coordinata dalla DDA di Napoli che hanno permesso di individuare i tre come prestanome di Fucito, esponente di spicco del clan Sautto-Ciccarelli egemone sul territorio di Caivano e dintorni.
Le acquisizioni investigative (intercettazioni ed approfonditi accertamenti patrimoniali) sono state poi ulteriormente confermate dalle dichiarazioni precise e concordanti dei collaboratori di giustizia che hanno indicato in Fucito il reale proprietario degli immobili oggetto del sequestro.
Secondo il provvedimento del giudice, Fucito acquistava gli immobili sequestrati con denaro di provenienza illecita, intestandoli a soggetti a lui legati da vincoli di parentela, per i quali si è accertata la sproporzione tra redditi disponibili e costo degli immobili.
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