A cura della Redazione

Truffe alle assicurazioni mediante falsi incidenti stradli. Sono oltre 250 gli indagati (278 per l'esattezza) nell'ambito di una inchiesta condotta dalla Procura di Avellino nei confronti di 3 distinti gruppi criminali. Le misure cautelari sono state adottate dal GIP nei confronti di 11 soggetti. In carcere finiscono 4 persone, altre 4 sono state sottoposte ai domiciliari (2 sono avvocati), per una disposto l'obbligo di dimora e altre 2 sono state sospese dall'esercizio della professione di consulente per infortunistica stradale. I reati contestati sono di “associazione per delinquere” finalizzata alla “truffa in danno di istituto di assicurazione”, nonché di “falsità materiale ed ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici”.

L’attività di indagine, espletata dai carabinieri del Comando provinciale del capoluogo irpino, ha consentito di disvelare l’esistenza dei 3 sodalizi, operanti prevalentemente ad Avellino, dediti all’organizzazione di una notevole quantità di falsi sinistri stradali, con il concorso di diversi complici, di varia estrazione sociale e professionale.

Sarebbero 74 gli incidenti inscenati, per un potenziale danno economico alle compagnie assicurative coinvolte pari a circa 600.000 euro (di cui oltre 270.000 circa già liquidati a favore delle false vittime).

Svelata anche l'articolazione organizzativa dell'associazione a delinquere, nella quale sarebbero coinvolte ben 267 persone, ciascuna delle quali con compiti ben precisi. Il protocollo operativo dei gruppi era simile: i falsi sinistri "avvenivano" in aree prive di sistemi di videosorveglianza e le lesioni, procurate al fine di supportare le richieste risarcitorie, andavano dalle ipotesi più lievi delle ecchimosi o delle abrasioni fino a quelle più gravi della rottura dei denti o delle lesioni agli arti. A tal fine, gli indiziati assoldavano soprattutto persone in precarie condizioni economiche, in alcuni casi anche minorenni o soggetti affetti da gravi patologie. Questi ultimi acconsentivano a subire lesioni di particolare gravità, con la promessa che il risarcimento assicurativo sarebbe stato tanto più consistente quanto più gravi fossero stati gli infortuni.

I sodalizi si avvalevano, per la compiuta istruzione delle pratiche risarcitorie, di 17 medici (indagati per aver rilasciato attestazioni false circa le lesioni subite dalle vittime), di 3 avvocati (due dei quali destinatari della misura restrittiva degli arresti domiciliari) e di 2 titolari di studi di infortunistica stradale (destinatari del provvedimento di inibizione all’esercizio dell’attività professionale).

Effettuate perquisizioni, con la presenza del Pubblico Ministero, presso i domicili e gli studi legali riconducibili a due avvocati indagati ed eseguito un provvedimento di sequestro preventivo di beni mobili ed immobili per la somma concorrente di 273.000 euro nei confronti di 10 degli indagati, ritenuti i promotori e gli organizzatori dei sodalizi.