A cura della Redazione
Incontriamo Corrado Manzo, responsabile organizzativo dell’Associazione “Riformisti nel Mezzogiorno”, sindacalista della CGIL-FP, già componente della segreteria cittadina dei Ds e relatore nell’Assemblea pubblica del 31 gennaio prossimo. Il 31 gennaio, con altre associazioni (Vanvitelli, Ecodemocratici, Verso il Partito Democratico ed alcuni consiglieri comunali) promuoverete un incontro pubblico. Quale è l’obiettivo? «Abbiamo dato vita a “Riformisti nel Mezzogiorno” per contribuire ad animare un dibattito, a suscitare un confronto sui problemi della città, prospettando soluzioni. A Torre ormai si discute poco». Su quali tematiche? «A Torre il 31 dicembre è stato ucciso un cittadino nella sua abitazione, i rifiuti ci invadono, la condotte idriche della Regione sono un colabrodo, il mare è inquinato, nessuno rispetta le regole, permane l’assenza di risposte occupazionali, l’inciviltà la fa da padrona. Siamo nel terzo mondo». Quindi? «Sarebbe necessario un sussulto democratico». Ed invece? «Purtroppo, sul versante politico, prevale l’incompetenza, c’è paura del confronto, di conseguenza vince la chiusura, hanno la meglio coloro che costruiscono il consenso prescindendo dalla proposta». Parli dell’Amministrazione? «Dell’Amministrazione preferisco non parlare. I cittadini hanno tutti gli strumenti per comprendere quale è (tranne il Sindaco e poche lodevoli eccezioni), la qualità del personale politico a cui è affidato il destino del la città. Cresce così la separazione tra cittadini ed Istituzioni». Tu aderisci al PD? Sì, aderisco ma la nostra associazione vuole promuovere la partecipazione di chiunque è interessato a fare qualcosa per la città. Il PD qui nasce male. Autoreferenziale, senza regole, sembra quasi un’occupazione militare. Noi, invece, vogliamo discutere e confrontarci. Prima con la città e poi con le Istituzioni». Si parla di imminenti cambiamenti nel governo della città. Anche rappresentanti della vostra associazione sono candidati a nuove funzioni? «Questo posso escluderlo. Senza una svolta profonda, nessuno di noi sarà disponibile a confondere la propria storia con percorsi radicalmente diversi, spesso opposti, originati da principi ideali e comportamenti concreti assolutamente non compatibili». Allora? «Speriamo che il 31 molti cittadini vogliano intervenire e cominciare con noi un percorso. Le soluzioni le troveremo insieme. Offriamo un metodo – discutere senza tracotanza e boriosità – ed un giudizio – non è possibile sopportare oltre questo stato di cose. Unitamente alle altre Associazioni siamo fiduciosi che, grazie alla partecipazione della gente, le cose possano presto cambiare».