A cura della Redazione

Sono iniziati i negoziati tra le delegazioni di Russia e Ucraina in Turchia. I delegati sono stati accolti dal presidente turco Erdogan e dal ministro degli Esteri di Ankara, Cavusoglu.

Si tratta del primo giorno di trattative, domani è previsto un nuovo incontro. L'obiettivo - seppur difficile - è di arrivare quanto meno a un "cessate il fuoco" in modo da consentire l'evacuazione dei civili dalle città ucraine attaccate dai russi, molte delle quali completamente distrutte e ormai divenute "inabitabili" per i cittadini, in assenza di scorte di acqua, cibo, riscaldamento ed energia elettrica.

"Sarà nell'interesse di tutti raggiungere il prima possibile un cessate il fuoco e la pace - ha detto Erdogan -. Pensiamo di essere entrati in un periodo in cui si dovrebbero ottenere risultati concreti dai negoziati. È possibile raggiungere una soluzione che elimini le legittime preoccupazioni di entrambi i Paesi e che la comunità internazionale accetterà come credibile. Come Turchia, continueremo a fornire le necessarie opportunità di mediazione".

Nella mattinata del 29 marzo, 34esimo giorno di combattimenti, si registrano altre 6 vittime. La Procura Generale parla di 4 civili uccisi a Sviatopetrovsk, mentre il Commissario per i Diritti Umani del Parlamento ucraino riferisce di due morti e 26 feriti nell'attacco all'ospedale di Severodonetsk

Intanto, il sindaco di Mariupol denuncia che sono quasi 5mila le vittime civili nella città sul mare d'Azov, di cui 210 bambini, ritenuta strategica per i russi per controllare il sud-est del Paese e ricongiungerlo così al Donbass e alla Crimea. Restano assediate nella città-fantasma ancora 160-170mila persone.

Mosca, nel frattempo, fa sapere di aver provveduto a inviare nei giorni scorsi provviste alimentari e di acqua a Mariupol per "alleviare la terribile situazione umanitaria e aiutare i residenti", si legge in un tweet del Ministero degli Affari Esteri. "Questo avviene dopo molti giorni sotto il giogo neo-nazista del battaglione Azov" che i russi ritengono utilizzi i civili come "scudi umanitari".

Irpin, invece, torna sotto il controllo delle autorità ucraine, come riferito dal sindaco della città ubicata nella regione di Kiev.

A Kharkiv, il sindaco riferisce di oltre 1.100 edifici residenziali distrutti dall'inizio della guerra; 53 gli asili nido, 69 le scuole e 15 gli ospedali danneggiati.

A Chernihiv sarebbero oltre 350 i civili uccisi dal 24 febbraio, giorno dell'invasione russa. A riportarlo è il sindaco.