A cura della Redazione

Alle urne il 25 settembre. La data delle Politiche è stata scelta dal Consiglio dei Ministri, l'ultimo con a capo Mario Draghi (nel pieno delle sue funzioni), dimessosi dall'incarico di Presidente del Consiglio.

Si torna al voto, dunque, per eleggere i parlamentari che, fra due mesi, diventeranno 600 e non più 945 (oltre ai senatori a vita), di cui 400 deputati e 200 senatori.

Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha sciolto le Camere disponendo che le elezioni si svolgano entro 70 giorni, come previsto dalla Costituzione. L'esecutivo resterà in carica per il disbrigo degli affari correnti, traghettando il Paese verso le consultazioni elettorali.

"Ho il dovere di sottolineare che il periodo che attraversiamo non consente pause negli interventi indispensabili per contrastare gli effetti della crisi economica e sociale e, in particolare, dell’aumento dell’inflazione che, causata soprattutto dal costo dell’energia e dei prodotti alimentari, comporta pesanti conseguenze per le famiglie e per le imprese - ha evidenzato Mattarella in un comunicato diffuso dal Quirinale, ringraziando Draghi per l'impegno profuso in questi 18 mesi -. Interventi indispensabili, dunque, per fare fronte alle difficoltà economiche e alle loro ricadute sociali, soprattutto per quanto riguarda i nostri concittadini in condizioni più deboli. Indispensabili per contenere gli effetti della guerra della Russia contro l’Ucraina sul piano della sicurezza dell’Europa e del nostro Paese. Indispensabili per la sempre più necessaria collaborazione a livello europeo e internazionale".

Mattarella ha elencato quelle sono le priorità di cui la classe politica non può, in ogni caso, non tener conto. "A queste esigenze si affianca - ha proseguito -, con importanza decisiva, quella della attuazione nei tempi concordati del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, cui sono condizionati i necessari e consistenti fondi europei di sostegno. Né può essere ignorato il dovere di proseguire nell’azione di contrasto alla pandemia, che si manifesta tuttora pericolosamente diffusa. Per queste ragioni - ha conclso il Presidente della Repubblica - mi auguro che, pur nell’intensa, e a volte acuta, dialettica della campagna elettorale, vi sia, da parte di tutti, un contributo costruttivo, riguardo agli aspetti che ho indicato; nell’interesse superiore dell’Italia".

Dopo la mancata fiducia al Governo in Senato nella giornata di ieri (non hanno votato Forza Italia, Lega e M5S, oltre a Fratelli d'Italia), Draghi si è presentato stamattina ala Camera. Poche le parole pronunciate: "Grazie. Certe volte anche il cuore dei banchieri centrali viene usato. Grazie per tutto il lavoro fatto insieme in questo periodo", ha detto, prima di recarsi al Colle per rassegnare le dimissioni.

Si chiude così questa diciottesima legislatura, iniziata nel 2018 e conclusasi con qualche mese d'anticipo rispetto alla scadenza naturale. Tre i Governi che si sono succeduti: Conte 1, Conte 2 e Draghi. In questo lustro, si sono alternate coalizioni eterogenee, fino ad arrivare a spaccature tra queste e all'interno degli stessi partiti che le componevano (vedasi M5S e la stessa Forza Italia).