Dopo le manifestazioni pro Palestina della scorsa settimana a Pisa e a Firenze, gli scontri con le forze dell’odine ed il monito del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, secondo il quale “le manganellate contro gli studenti sono un fallimento”, si sono svolte nella giornata di ieri, sabato 2 marzo, diverse manifestazioni nelle principali città italiane.

Migliaia di cittadini hanno manifestato a Milano come a Roma per dare voce e forma a quanto sta avvenendo nella Striscia di Gaza, dove continuano le attività militari del Governo di Israele.

Gli slogan esposti e veicolati con megafono durante la manifestazione di Milano - tra i tanti anche quello con “Stop genocidio a Gaza” - hanno originato altri distinguo e nuove posizioni.  Si dimette, infatti, il presidente di Milano dell’ANPI, Roberto Cenati, per non aver accettato la parola “genocidio”. 

Tralasciando le polemiche interne all’Associazione Milanese dell’ANPI la questione dei territori del Medio Oriente, oggetto si scontri annosi, necessita di essere affrontata a più livelli, anche per una soluzione diplomatica. La questione dei territori Palestinesi della Cisgiordania e della striscia di Gaza ha ripercussioni e impatti che interessano l’intero mondo arabo. Ne è un esempio quanto sta accadendo nel Mar Rosso, dove gli Houthi, miliziani dello Yemen, pongono come condizione per porre fine agli attacchi navali il cessate il fuoco a Gaza e la fine immediata del blocco israeliano sull’enclave palestinese.