A cura della Redazione
«Sono stata maltrattata. Il personale della Casa mi fa continuamente dispetti e tante cose che mi fanno sentire male. Mi sono rivolta più di una volta ai carabinieri». Interviene a voce alta, in una riunione tra amministratori di Pompei e giornalisti, unanziana ospite della Casa di riposo comunale Carmine Borrelli di Pompei. Dice di voler parlare ai giornalisti, spiegando di essere stata ricoverata senza motivo per cinque giorni per sospetta arteriosclerosi. «Non sono pazza». Ha gridato rivolta ai presenti. «Sono loro (direzione e dipendenti, ndr) che mi fanno sentire male». La conferenza stampa, in verità, era sulla distribuzione dei pacchi alimentari, iniziativa del Comune presentata dal consigliere comunale Angelo Calabrese e dal dirigente Raimondo Sorrentino (entrambi al comparto sociale). Ne consegue che amministratore comunale e dirigente hanno chiesto con gentilezza alla signora di allontanarsi perché avrebbero sentito dopo le sue ragioni. Resta il fatto che la signora (ex funzionaria Asl ed originaria di unantica e rispettabile famiglia di Torre Annunziata) ha rivolto a tutta la struttura direzionale ed organizzativa della casa di riposo (ed anche alla politica che ha la responsabilità di questo stato di cose) pesanti accuse che devono essere chiarite nel merito dalle autorità preposte, perché esse sono sicuramente il sintomo di un malessere oggettivo che gli anziani della struttura affrontano in questi ultimi giorni. A capo della Casa di riposo, il sindaco di Pompei ha intenzione di mettere un funzionario del Comune che dovrebbe sostituire la direttrice nominata precedentemente dallAmministrazione politica a guida DAlessio. La Casa "Borrelli" rientrava nel quadro gestionale dellAzienda Speciale Aspide, posta in liquidazione. Con una gara dappalto, era stata poi assegnata in gestione alla cooperativa Filipendio. Successivamente a criticità ataviche che riguardano linsufficienza del personale, ligiene, la manutenzione ordinaria e la sicurezza della Palazzina Borrelli, si sono aggiunte difficoltà e incertezze di nuova natura come il ritiro della Filipendio, lo stato dagitazione del personale che vanta arretrati di stipendi. E subentrato, nellospizio, un clima di forte tensione, stress e proteste dellutenza che si avverte immediatamente (insieme al tanfo di unigiene mal curata) appena vi si accede. Parliamo di vicende che coinvolgono negativamente lanello debole della catena. Vale a dire gli anziani ospiti, non tutti autonomi. La signora che è intervenuta in conferenza stampa se ne è fatta portavoce. La Direzione asserisce che si tratta di una persona di carattere instabile che crea a volte conflitti pretestuosi. Il fatto è che anche associazioni di volontariato e privati stanno da tempo chiedendo di alzare il livello di guardia su quanto sta succedendo negli ultimi tempi nella struttura di via Lepanto. E un prova che le lamentele dellanziana signora dorigine oplontina non sarebbero solo frutto della sua fantasia.
MARIO CARDONE
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