A cura della Redazione

 

Il comune di Sorrento, ancora una volta, ospita le opere pittoriche dell’artista Aristide Aprea, presso la Biblioteca Comunale sita in C.so Umberto 148 (adiacente chiesa del Carmine).

Nel 2009 l’artista espone nel monumentale Chiostro di S. Francesco e nel 2010 nella famosa Villa Fiorentino. Nel corso degli anni e in occasione delle sue mostre, critici e appassionati si sono espressi sul valore e sul significato della sua arte. Lo scenografo di Torre Annunziata Enzo Celone, descrive con queste parole le sensazioni che le sue opere riescono a suscitare: “[…] li guardi e non succede nulla. Passi da un’immagine all’altra portando i tuoi occhi a fare una panoramica su qualcosa di ripetitis o, che cerca di essere messo a fuoco o illuminato con gelatine colorate per proiettori teatrali. Esplori un insieme di foglie, fiori e arbusti, e non succede nulla! Ognuno in quei segni, come si faceva da bambini sui muri scorticati, può vedere quello che vuole [… …]”.

Il critico Angelo Calabrese si sofferma invece, in una profonda riflessione sulla necessita di uno sguardo nuovo sulla natura delle cose e sulla riscoperta di possibile nuovo rapporto tra l’uomo e la natura: “[…] è necessario un nuovo approccio alla natura delle cose, è necessario trovare la poesia che vi è da una maggiore consapevolezza delle forze che danno vita alle forme , riscattare il trambusto con quel silenzio meditativo che porta alla contemplazione […]”.

La Dott.ssa Tonia Guarino, estimatrice di Aprea, esprime così la sua profonda stima per l’artista:"[…] Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni … suggeriva Shakespeare, scavalcando la concezione materialistica e restituendo l’uomo alla dimensione onirica, profondamente psicologica. Queste tele sembrano esercitare il fascino dei sogni e dell’inconscio. Entrambi nella impercettibilità, svelano il loro messaggio attraverso forme apparentemente irreali, di cui va costruito il senso. In conclusione, nelle opere di Aprea, è l'inconscio a farsi strada ed a cogliere i messaggi più profondi.