A cura della Redazione

Processo Olimpo agli estorsori dell'area stabiese: condanne anche in appello, la vedova del boss D'Alessandro va in esilio fuori regione.

Si è chiuso ieri il secondo capitolo del processo «Olimpo», che vedeva imputati boss e affiliati alla camorra tra Castellammare, Gragnano, Pimonte e Agerola. Anche i giudici di secondo grado hanno confermato il risarcimento dei danni alle parti civili che si erano costituite, tra cui Comune di Castellammare, Fai Antiracket ed Sos Impresa.

Tre imputati dovranno risarcire anche Adolfo Greco, l'imprenditore del latte amico di Raffaele Cutolo che – nel filone processuale che si è celebrato con rito ordinario presso il Tribunale di Torre Annunziata – è stato condannato a otto anni di reclusione per due episodi di estorsione aggravata dal metodo mafioso.

Lo stesso reato era contestato agli otto imputati ieri alla sbarra, assistiti dagli avvocati Francesco Romano, Alfonso Piscino, Massimo Autieri, Renato D'Antuono e Gennaro Somma.

Tra questi, anche Teresa Martone, condannata a quattro anni di reclusione per aver imposto il pizzo proprio ad Adolfo Greco. Nel corso delle indagini, era emersa una visita della vedova del capoclan Michele D'Alessandro, che aveva invitato Greco a fare un regalo per i figli Pasquale e Vincenzo, detenuti in carcere che si «lamentavano» per la scarsa attenzione. Per lei uno sconto di pena e la scarcerazione: dai domiciliari, torna libera con obbligo di dimora fuori dalla Campania.

Sul fronte del clan Cesarano, confermate le condanne a cinque anni e dieci mesi per il reggente (latitante fino al 2015) Nicola Esposito «'o mostro», e a sei anni e quattro mesi per Aniello Falanga. Confermati i cinque anni e mezzo di pena per l'altro imprenditore Liberato Paturzo, sei mesi in meno per il suo collaboratore Vincenzo Di Vuolo.

Infine, dovranno scontare quattro anni e mezzo ciascuno Francesco Afeltra, il fratello boss Raffaele «'o burraccione» - che si era consegnato dopo alcuni mesi di latitanza – e il nipote Giovanni Gentile, che era stato arrestato durante il cenone della vigilia di Natale 2018 dopo una latitanza di due settimane.