A cura della Redazione

C’è un lascito materiale a Pompei, formato dalle rovine archeologiche, insieme ad uno immateriale. La seconda eredità si percepisce nel contesto pompeiano solo  grazie ad una serie di elementi (suoni, profumi, colori) che suscitano la magia di ricreare un clima antico in un contesto moderno.

Un Genius Loci che assiste il visitatore illuminato durante il percorso degli Scavi archeologici di Pompei. In cui le domus ed i templi rientrano nel contesto vesuviano-sarnese dove l’uomo ha fatto molto ma l’ambiente ha finito per connotare il paesaggio almeno in alcuni elementi distintivi (come il Vesuvio) che hanno srotolato il filo rosso della storia di una città antica che ha reagito ad una fine tremenda con una rinascita spettacolare che, come è stato spiegato nel convegno “Pompei e l’Europa, memorie e riuso dell’antico dal neoclassico al-postclassico” ha lasciato il segno nel profilo culturale europeo.

La Soprintendenza di Pompei si propone, nell’ambito delle iniziative del Grande Progetto, di fornire nell’ambito della valorizzazione del sito alcune “chiavi di lettura” che aiutino il turista, nel corso della visita degli Scavi di Pompei, portandolo a percepire nel presente alcune immagini che evochino il passato. Il profilo di questa iniziativa è stato commentato (e successivamente dibattuto) nel corso del predetto convegno dall’archeologa Adele Lagi, che ne ha avuto l’incarico di sviluppare un progetto completo in questa direzione dalla Soprintendenza di Pompei, Ercolano e Stabia. Gli strumenti a disposizione degli operatori culturali vanno dai racconti che aiutano a cogliere il significato dell’eredità di Pompei nello spirito del mondo, alle moderne installazioni multimediali che facilitano l’interpretazione del rudere attraverso la proiezione dinamica della sua probabile immagine originaria. 

La Lagi ha fatto l’esempio dei calchi (frutto dell’intuizione del Fiorelli). Queste salme di vittime dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. hanno descritto in modo mirabile il dolore umano a cospetto dell’immane tragedia. “I funzionari Unesco ci hanno raccomandato di curare il rapporto con i pompeiani perché la loro collaborazione è fondamentale per la tutela del sito archeologico e della sua cornice ambientale”. Ha dichiarato Adele Lagi, spiegando che questa priorità ha indotto la scelta di far concludere in piazza Anfiteatro gli otto percorsi di visita proposti ai turisti per la visita di Pompei.