A cura della Redazione

Superata ogni controversia economica con i giovani coristi del territorio, il maestro Alberto Veronesi ha presentato stamattina (5 agosto), pubblicamente, un ambizioso programma che non prevede esclusivamente opere liriche per Pompei ma punta a creare un sodalizio tra pubblico e privato per eventi destinati a calcare palcoscenici eccezionali che oltre al Teatro Grande di Pompei dovranno fruire del circuito pucciniano di Torre del Lago (Veronesi è stato nominato presidente della fondazione), del millenario teatro greco di Taormina ma anche (in Tunisia) del Teatro Romano dell’Antica Cartagine, sito sull’opposta sponda del Mediterraneo, dove intende approdare l’iniziativa di Veronesi per un nebuloso progetto di fondazione di un’orchestra lirica che in questo triste periodo di guerre e di divisioni tra popoli dovrebbe costituire un ponte di solidarietà.

Miracolo che solo la musica può compiere perché capace più di altre forme d’arte di incidere nell’animo della gente. Veronesi ha parlato di un grande progetto che non include solo l’orchestra, creata attingendo alle risorse umane dei territori interessati all’iniziativa artistica, ma che intende fare di Pompei il centro di un’iniziativa culturale a 360 gradi che punti a valorizzare l’immagine internazionale dell’antico centro romano, allo scopo di lanciare un messaggio di pace per tutto il Mediterraneo (si pensi ad esempio allo spirito di solidarietà nei confronti dei migranti).

In soldoni, Veronesi intende creare a Pompei un complesso teatrale all’aperto (12 mila posti) che costituisca un’alternativa a Verona. Solo queste dimensioni consentono la creazione del polo di riferimento di alto profilo dell’opera lirica con target mediterraneo a cui apertamente aspira il maestro Veronesi, anche se non ha detto dove troverà i soldi per un’iniziativa del genere.

Intanto si annuncia il via libera con la Tosca il 9 agosto nel Teatro Grande di Pompei (millesettecentocinquanta posti a sedere per questa "prima" potranno pur bastare, anche se è probabile il tutto esaurito), ma a quattro giorni dallo spettacolo il palco all’aperto  per la Tosca non è stato ancora montato mentre i maestri del coro e gli orchestrali non hanno fatto neanche una prova con il maestro Cappabianca, che ne ha avuto la direzione. Il cast degli artisti protagonisti è formato da Francesca Rinaldi, Mirko Matarazzo e  Maro Buda. Per le scene ed i costumi si farà ricorso al festival di Puccini che è entrato nel business. Il fiore all’occhiello del maestro Veronesi è l’assunzione di 120 professionisti campani che nel Pompei festival troveranno l’opportunità di crescita mentre alcuni (come la giovane talentuosa Elisabetta Vilni) potranno esibirsi per la prima volta davanti al loro pubblico. Nello stesso tempo il maestro Veronesi non ha escluso il ricorso a  talenti stranieri. “Abbiamo l’obbligo di valorizzare tutti i territori”. Alla fine sono stati rappresentati  grandiosi progetti ma sono spuntate grosse incognite nel progetto artistico targato Veronesi, che ne prevede anche uno architettonico strutturale di enorme portata e grande impatto teso a valorizzare l’area Anfiteatro e l’immediata buffer zone dove sarebbe disponibile (in Piazza Immacolata) l’Orfanatrofio femminile, una fatiscente ed enorme struttura mai utilizzata nella sua funzione originaria che chiude la vista degli Scavi di Pompei verso i Monti Lattari.

La Curia di Pompei sta tentando da anni di affibbiarla alla Regione Campania con alterne fortune. Il progetto del Mediterranean Opera Festival potrebbe rappresentare la svolta perché nel contesto sono spuntati segnali inconfutabili e personaggi di rispetto.