A cura della Redazione

«Il sindaco dovrebbe farsi visitare da uno psichiatra. Prima ha annunciato una nuova giunta di spessore. Successivamente ha sostituito il solo Pietro Amitrano che si era già dimesso autonomamente». La frase riportata fa parte del documento politico, letto all’inizio della drammatica seduta odierna del Consiglio comunale di Pompei. Ha reso ufficiale il passaggio all'opposizione dello stesso Di Martino, insieme a Cirillo ed Ametrano, mentre il consigliere Attilio Malafronte ha ufficializzato il percorso opposto (entrando in maggioranza).

Con questa decisione però ha calamitato numerosi commenti negativi e fortemente ingiuriosi. Da parte sua, il sindaco Uliano si è offeso per il richiamo allo psichiatra ed ha annunciato querela nei confronti di Di Martino che, a sua volta, tra gli argomenti contro la maggioranza, ha annoverato il caso di “un solo uomo al comando”. Riferimento esplicito al capo della segreteria del sindaco, accusato di essere lo stratega che inventa alleanze ed ordina espulsioni. Sua sarebbe stata (come ha spiegato anche successivamente il consigliere Cirillo) l’operazione di portare Marra (cugino del sindaco Uliano) alla poltrona di assessore. Dopo la lettura del documento di disimpegno da parte dei tre ex consiglieri di maggioranza, la metà dei consiglieri presenti ha lasciato l’aula. Ci riferiamo alla componente d’opposizione che annovera, dopo lo strappo, otto consiglieri. Lo stesso numero della maggioranza, che però ha in più a disposizione il voto del primo cittadino.

Piatto ricco per gli operatori dell’informazione perché si aprono, sotto forma di dispetti reciproci, gli armadi degli scheletri a seguito dei tradimenti incrociati. Sono venute fuori, per esempio, le notizie relative alle continue pressioni che il cosiddetto “gruppo di Messigno” opererebbe nei confronti del primo cittadino. Altro esempio i contenuti ingiuriosi dei messaggini telefonici che lo stesso Uliano avrebbe inviato ai consiglieri di maggioranza non allineati. Alla fine, nella conferenza stampa tenuta dai consiglieri dell’opposizione, il “tradimento” operato da Malafronte è stato stigmatizzato da tutti i relatori per il semplice motivo che il medesimo aveva posto la firma sotto un documento unitario di sfiducia al sindaco insieme al resto dell’opposizione, mentre poche ore dopo ha fatto il "salto della quaglia" entrando in maggioranza. Ottenendo in questo modo una ricca contropartita, vale a dire l’ingresso di un suo uomo nell’esecutivo targato Uliano. Malafronte si sarebbe “venduto” secondo gli ex compagni di cordata. Al contrario, lui ha argomentato di aver messo a segno un atto di coerenza a difesa degli interessi della città. «Non si manda a casa un amministrazione dopo solo 14 mesi», ha sottolineato. Riguardo al resto, «è tutta politica». Ha argomentato Malafronte, spiegando di aver reso pan per focaccia a chi nell’urna lo aveva tradito, votando per la commissione ambientale un nome diverso da quello  concordato precedentemente con lui (che poi è lo stesso personaggio che è entrato in giunta).

Alla fine è stato fatto osservare ai consiglieri d’opposizione: «Quale prospettiva di compattezza, coerenza e programma date alla città?». «Il nostro è semplicemente un work in progress – ha argomentato Andreina Esposito –. Ora ci ripromettiamo di mandare a casa Uliano. Il resto lo decideremo in seguito».              

La replica integrale del sindaco Uliano ai tre consiglieri passati all'opposizione

«Questa mattina in Consiglio comunale abbiamo assistito all'ennesima sceneggiata ad opera della minoranza, rinfoltita dai consiglieri comunali Luigi Ametrano, Stefano De Martino e Carmine Cirillo. Tutti insieme hanno abbandonato l’aula avanzando scuse strumentali a cui i cittadini per bene di Pompei  non crederanno. E fanno bene. La verità, infatti, è altrove. Da mesi, la mia Amministrazione sta portando avanti un’azione di bonifica e di ripristino della legalità segnalando all'Anac, alla Prefettura e alla Procura tutti gli atti su cui aleggiano dubbi di legittimità. L’opposizione avrebbe dovuto sostenere questa operazione di trasparenza e invece sta mostrando il suo vero volto: la minoranza, in questa città, non è altro che una forza opportunistica che non ha a cuore l’interesse della collettività, ma solo quella di alcuni singoli. Non rimpiango il sostegno dei consiglieri che hanno deciso di abbandonare la mia maggioranza perché da oggi sarò una persona e un sindaco ancora più libero. Per mesi ho resistito ai loro ricatti e continuerò a farlo a testa alta, senza timori perché sulla Legalità della mia azione amministrativa non sono disposto a scendere a compromessi con nessuno. La città di Pompei sta vivendo un’emergenza democratica di cui sono già stati informati anche i vertici delle Forze dell’Ordine. E’ necessario tenere alta la guardia perché all'orizzonte si profilano tempi bui. Forte del vostro sostegno, non lascerò che la nostra città torni nella mani di forze oscure e volti noti anche alle cronache giudiziarie con alle spalle sentenze passate in giudicato. Quei tempi sono finiti. Se l’amore verso la mia città, se la lotta contro il malcostume politico, l’affarismo e la criminalità mi farà passare per pazzo (così come  sostenuto dal consigliere di minoranza Stefano De Martino contro il quale mi riservo di adire le vie legali), allora sono pronto ad incassare le accuse di follia, continuando a difendere a spada tratta la dignità di una città che non merita una classe dirigente così».