A cura della Redazione

L’Amministrazione comunale di Pompei, per iniziativa del vicesindaco Pietro Orsineri (delegato alla Cultura), ha bussato in Santuario per i locali necessari per dotare la città di una biblioteca comunale. Orsineri ha scritto una lettera  al Vescovo-Prelato del Santuario della Vergine del Rosario di  Pompei, Tommaso Caputo, per chiedergli la cortesia di mettere a disposizione alcuni ambienti inutilizzati del patrimonio della Chiesa.

Trovate del genere vengono considerate dai pompeiani più come diversivi politici  che come iniziative tese effettivamente a  risolvere il problema, che alla luce dei fatti appare accantonato perché sono dieci anni che se ne parla ogni tanto, mentre risultano interessate  due diverse gestioni amministrative (quella di D’Alessio e la successiva di Uliano). I politici che hanno cercato una sede per la biblioteca comunale di Pompei, hanno “inventato” un numero incredibile di soluzioni che hanno portato ad altrettanti flop. La verità è che mancano le risorse finanziarie e probabilmente anche la reale intenzione di realizzare un servizio culturale che, secondo le ultime dichiarazioni, dovrebbe servire ai giovani mentre in molte comunità civili rappresenta la palestra delle intelligenze locali al servizio del miglioramento civile. A Pompei, invece, tocca accontentarsi dei proclami patetici che negli anni hanno cambiato esclusivamente il personaggio politico di riferimento riguardo al problema (prima Antonio Ebreo adesso Pietro Orsineri).

Riguardo all'«immenso patrimonio librario» descritto nell’ultimo comunicato del Comune, bisogna osservare che esso è così grande che non si sa nemmeno dove si trova. Se è vero, come è vero, che il magistrato Diego Marmo ha lasciato l’incarico di garante della legalità per il Comune di Pompei con il rammarico di non essere riuscito a consultare l’inventario dei libri della biblioteca che dovrebbero giacere a Palazzo Piscitelli, all’unico scopo di stabilire se esistono ancora o sono stati divorati dai “topi”. Un giallo che l’Amministrazione Uliano ha tre anni di tempo per risolvere.