A cura della Redazione

«Mi dedico solo ai rapporti con gli amici della mia lista civica che sarà presente anche alle prossime elezioni amministrative. Mentre delle prospettive future per Pompei preferisco per adesso non parlare».

Questa è la dichiarazione di Carmine Cirillo, ex consigliere comunale eletto nella lista civica “Città Futura” a sostegno dell'ormai ex sindaco Nando Uliano. La formazione del suo primo esecutivo politico provocò la sua ribellione contro un organico che non condivideva perché (a suo dire) non erano stati rispettati i patti formulati prima delle elezioni.

«Chi si mette contro di me finisce sempre che torna a casa prima della scadenza del mandato». Spiega Cirillo, commentando negativamente la scelta di Uliano di imporre la designazione di Marra al suo Assessorato mentre (sempre secondo lui) gli accordi erano diversi.

In effetti Cirillo è stato uno dei maggiori promotori (probabilmente il cervello) del primo e del secondo "golpe" contro Uliano. Il primo notoriamente fu sventato (ma gli costò caro) dal sindaco Uliano nel settembre 2015. Il secondo tentativo non ha centrato il bersaglio.

Il fatto che il tavolo politico dei "congiurati" è stato organizzato nella sala convegni di un albergo di Pompei di proprietà di uno dei maggiori esponenti della lista civica che faceva capo a Carmine Cirillo, è un segno evidente della sua preminenza all'interno di una componente politica variegata dove, se non altro, lui indossava i galloni dell’esperienza.

Del resto non era stato sempre lui che aveva mandato (insieme ad altri) a casa il predecessore di Uliano?

Chi ha memoria storica conosce Cirillo come politico “navigato” nel sistema elettorale amministrativo e nelle trattative che seguono per la spartizione delle poltrone.

Uno, per dirla in breve, che conosce gli uomini, il territorio e gli espedienti politici (come appunto la raccolta di firme davanti ad un notaio) per mandare a casa un sindaco che non si dimostra rispettoso - sempre secondo Cirillo - dei patti elettorali.

A questo punto ogni aggregazione di scontenti del regime ha la sua valenza politica. E’ utile esclusivamente a chiudere un capitolo amministrativo e ad aprirne uno nuovo. In ogni caso Carmine Cirillo ha dimostrato ai suoi elettori di avere una parola sola.

Una volta stabilito che nel rispetto degli accordi, nella scelta degli uomini di fiducia e nelle priorità politiche, Uliano era stato una delusione, Cirillo ha proseguito a testa bassa sull’obiettivo di "eliminarlo" dalla scena politica (coerenza che non è da tutti) senza lasciarsi incantare dalle sirene (dentro e fuori al Palazzo) interessate a salvare precari equilibri.

«Per Uliano mi dispiace sul piano umano - conclude Cirillo -. Ora che si è chiuso il capitolo  non mi pare il caso di riaprirlo nel prossimo futuro né mi sembrano più proponibili cordate del tipo di quelle che precedentemente non sono risultate vincenti».

twitter: @MarioCardone2  

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