A cura della Redazione

Il 75, 8% delle attività di ristorazione di Pompei ha deciso di non aprire, il 24,2% ha espresso parere contrario. Sono state le pizzerie (specie quelle delle periferie) ad aprire oggi. Al contrario molti gestori di ristoranti hanno espresso preoccupazione perché operavano con 20 – max 40 coperti interni.  

Un discorso a parte vale per i ristoranti convenzionati con le agenzie di viaggio perché resteranno probabilmente fermi tutto l’anno. A questo punto nasce spontanea la domanda: Andremo ancora a cena fuori dopo la pandemia da Coronavirus? Molti studi di settore, anche quello  di  “DIFENDIAMOPOMPEI” dicono che oltre il 50% delle persone cambierà le abitudini dopo la pandemia, evitando i luoghi affollati, privilegiando l’asporto di cibi e dolciumi e le cene in famiglia fino all’introduzione del vaccino. Alla fine è nell’allestimento degli spazi interni (e specialmente quelli esterni) il futuro strategico della ristorazione.  

Molti chef studiano nuovi menù per una clientela stanziale. Sarà fondamentale riconsiderare la gestione degli spazi disponibili nel far fronte alla  normativa del distanziamento sociale. L’interior design diventa la leva strategica di contesto nell’ampliamento degli spazi d’accoglienza al fine di contenere la perdita di coperti imposti dalla distanza sociale. Sarà necessario trovare soluzioni intelligenti degli interni sfruttando nicchie ed utilizzando arredi salva spazio,  soppalchi e trucchi architettonici. Bisognerà per dirla in due parole  “fare di necessità virtù” per i gestori pompeiani  di bar, pasticcerie  e ristoranti. “Dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei”. Cibi e bevande disegnano lo stile di vita.

A Pompei c’è sempre attenzione (ed ispirazione) alla Città Antica. Nell’attuale fase dal Coronavirus il Parco Archeologico di Pompei offre un pozzo di conoscenze riguardo allo sfruttamento dentro i  quali  si svolgeva la Vita Antica. E’ in essi che sarà possibile alimentare il futuro  del food & beverage di una ristorazione che faccia tesoro della storia locale rinnovandola  creativamente nell’inventare soluzioni necessarie e prudenti: dalla cucina al lounge alla somministrazione di cibi e delle bevande avendo come riferimento l’otium negli stabilimenti termali e le antiche botteghe di via dell’Abbondanza di Pompeii. Bisognerà privilegiare anche una cucina che superando rituali privilegi la degustazione in plein air.