A cura della Redazione

Raffica di arresti a Torre del Greco, sgominata banda di usurai.

Gli uomini della Squadra Mobile della Questura di Napoli ed il Commissariato di Torre del Greco, hanno proceduto all’arresto di 11 persone, in esecuzione di un’ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Torre Annunziata, su richiesta della Procura della Repubblica oplontina, per reati di usura ed estorsione.

Scattano le manette per Gaetano Di Giulio, Alberto Di Giulio, Salvatore Scognamiglio e Clorinda Palomba.

Agli arresti domiciliari Colomba Cascone, Virginia Raiola, Luisa Zorino, Maria Grazia Candurro, Luigia Di Giulio, Valentina Pinto, Antonio Stampalia.

Una dodicesima persona, anch’essa destinataria della misura di custodia cautelare in carcere, è tutt’ora ricercata.

Le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata ed espletate dalla Squadra Investigativa del Commissariato di Polizia di Torre del Greco, hanno tratto origine dalla denuncia della vittima, C.B., titolare di una storica panetteria del centro cittadino.

Grazie ad intercettazioni telefoniche ed appostamenti, gli uomini delle forze dell’ordine hanno potuto documentare diversi episodi estorsivi di cui la titolare della panetteria è stata vittima per circa due anni.

La commerciante, in un momento di particolare difficoltà economica della propria attività, si era rivolta ad alcuni clienti della panetteria per chiedere loro denaro in prestito. La disponibilità dei clienti di prestare denaro a titolo amichevole, senza richiedere alcun interesse, era in realtà solo apparente.

La commerciante si è trovata infatti in breve tempo a dover far fronte a richieste di interessi sui soldi prestatati, che andavano anche oltre il 67% mensile. Per ripianare i debiti originari, la vittima si è vista costretta a chiedere ulteriori prestiti ad altri usurai di Torre del Greco (anche imparentati tra loro).

La panettiera si è trovata quindi ad essere bersaglio di una pluralità di usurai, che in maniera coordinata e organizzata, con una precisa divisione di ruoli e di compiti, svolgevano attività di usura, avvalendosi di metodi intimidatori. La donna, per timore che gli indagati potessero fare del male a lei o ai suoi familiari, ha quindi continuato a versare somme considerevoli di denaro, che erano arrivate anche a 100 euro in più per ogni giorno di ritardo nei pagamenti.

La vittima aveva già denunciato gli usurai nel 2011, senza però che l’indagine avesse sortito alcun effetto. Questa circostanza l’aveva posta in una condizione di totale rassegnazione ed ubbidienza nei confronti dei suoi usurai, fino a che, ritrovando il coraggio di denunciare, si sono aperte le porte del carcere per la banda di estorsori ed usurai.