A cura della Redazione

C’è una prima risposta alla manifestazione di interesse promossa dall’amministrazione comunale di Torre del Greco, guidata dal sindaco Luigi Mennella, per reperire locali alternativi in cui ospitare gli alunni del plesso centrale dell’istituto comprensivo Giampietro-Romano. La scuola di via Antonio De Curtis è stata temporaneamente interdetta dopo un’ispezione tecnica che ha evidenziato possibili rischi in caso di eventi sismici.

La novità è emersa nel corso di una partecipata riunione svoltasi oggi, mercoledì 6 agosto, nell’aula consiliare di palazzo Baronale. All’incontro hanno preso parte, oltre al sindaco, la dirigente scolastica Rosaria Colantuono, il vicesindaco e assessore all’edilizia scolastica Michele Polese, la vicepresidente del Consiglio regionale Loredana Raia, il presidente del Consiglio comunale Gaetano Frulio, e i dirigenti comunali Antonio Sarnello e Gaetano Camarda, insieme a docenti, personale scolastico e numerosi genitori.

La soluzione individuata

Alla manifestazione di interesse, chiusa ieri a mezzogiorno, ha risposto un solo privato, offrendo un immobile che in passato aveva già ospitato una scuola. Si tratta di una struttura in vico San Vito, nel quartiere Sant’Antonio, non lontano dal plesso Romano.
Secondo quanto spiegato dal primo cittadino, saranno necessari lavori di adattamento, la cui partenza è prevista a breve. Per accelerare le procedure, venerdì 8 agosto è stata convocata una seduta di giunta per approvare la variazione di bilancio necessaria. La conclusione dei lavori è fissata entro il 30 novembre.

Doppi turni e altre possibili soluzioni

Nell’attesa che il nuovo edificio sia pronto, l’anno scolastico inizierà con doppi turni per gli alunni del plesso Romano. Mennella ha precisato che l’amministrazione è al lavoro per individuare ulteriori spazi, valutando anche immobili di proprietà comunale, con l’obiettivo di ridurre al minimo i disagi per studenti, famiglie e personale scolastico.

«La priorità è fare presto – ha dichiarato il sindaco – per garantire agli alunni spazi sicuri e funzionali, limitando al massimo l’impatto organizzativo su tutta la comunità scolastica».