A cura della Redazione

"Francesco Tamarisco fece uccidere mamma coraggio Matilde Sorrentino". Anche il Tribunale del Riesame di Napoli conferma le accuse e l'ordinanza emessa dal gip del tribunale di Torre Annunziata su richiesta del procuratore aggiunto Pierpaolo Filippelli della Procura oplontina. 

Un mese fa, già in carcere per traffico di droga, Tamarisco si vide notificare il nuovo ordine di arresto per omicidio. È ritenuto dagli inquirenti il mandante dell'omicidio di Matilde Sorrentino, la donna che a metà anni '90 capeggiò il gruppo di mamme e denunciò i pedofili del rione Poverelli di Torre Annunziata. Tra questi, finì in carcere, condannato in primo grado e poi assolto, proprio Tamarisco che, secondo l'accusa, ingaggiò il killer Alfredo Gallo per ammazzare la donna. 

Lui, l'assassino, è stato condannato in via definitiva al carcere a vita e, nel corso delle indagini, è stato scoperto come la sua detenzione sia "dorata", fatta di un vero e proprio stipendio fisso, abiti costosi e attenzioni, nonostante la sua famiglia sia indigente. Partendo dalle dichiarazioni di alcuni pentiti, gli investigatori dei carabinieri hanno ricostruito il ruolo di presunto mandante del 45enne Francesco 'o nardiell. Un quadro accusatorio che è stato confermato anche dal Riesame, a cui si erano rivolti i legali di Tamarisco. Il Tribunale della Libertà, però, ha confermato l'ordinanza mettendo un primo importante punto sulle accuse. 

L'atroce assassinio della mamma coraggio di Torre Annunziata è avvenuto il 26 marzo 2004. La donna fu freddata fuori al portone di casa con diversi colpi di pistola. Aveva 49 anni. Le indagini condotte nell'immediatezza dei fatti, portarono all'arresto, il 30 aprile 2004, da parte dei carabinieri, dell'allora 26enne Alfredo Gallo, pregiudicato, ritenuto l'autore materiale del delitto. L'uomo, che oggi ha 40 anni, è stato condannato all'ergastolo in via definitiva.

La colpa della donna era stata aver denunciato tutti, senza rivolgersi al "tribunale della camorra". Lo scandalo pedofilia scoppiò allorquando tre madri denunciarono gli abusi che i loro figli subivano dalla rete di pedofili. Tra queste c'era la Sorrentino. Grazie alle informazioni fornite dalla donna agli inquirenti, furono condannati in primo grado a pesanti pene detentive 17 dei 19 indagati, tra cui lo stesso Tamarisco, che venne però assolto in Appello. Due dei soggetti coinvolti, Ciro Falanga e Pasquale Sansone, furono poi trucidati il 26 e 27 luglio 2009, a distanza di poche ore l'uno dall'altro. Erano ritenuti parte integrante del gruppo di "orchi" che perpetrava abusi sulle giovani vittime.

Da quel maledetto 26 marzo 2004, Matilde Sorrentino è diventata un simbolo di impegno civile e legalità per la città. Che le ha reso omaggio intitolandole il centro sociale dell'Ambito N30 del Penniniello. A portare il suo nome è anche la comunità-alloggio dei Salesiani gestita dall'associazione Piccoli Passi Grandi Sogni di Don Antonio Carbone. In piazza Mons. Orlando, dinanzi la chiesa di S. Alfonso, l'Amministrazione comunale ha fatto erigere un monumento in sua memoria delle altre vittime innocenti di camorra uccise a Torre Annunziata.

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