A cura della Redazione

Ieri, mercoledì 20 giugno, un’altra udienza del processo per il crollo della palazzina di Rampa Nunziante, in cui persero la vita otto persone. Un’udienza che aggiunge nuovi elementi ad una vicenda intricata ma che continua a mantenere i riflettori accesi sui lavori di ristrutturazione in corso nell’appartamento al secondo piano dell’immobile.

“Nelle pareti c’erano delle infiltrazioni d’acqua e dei rigonfiamenti di intonaco. Attraverso una crepa di un muro portante, entrava addirittura la luce. Feci presente che secondo me c’era bisogno della consulenza di un ingegnere strutturista per valutare gli interventi da realizzare, ma fui zittito dall’architetto che mi chiese che lavoro facessi”. Sono le dichiarazioni del titolare di una società navale, Francesco Sorrentino, davanti al pubblico ministero Andreana Ambrosino. Il teste ha raccontato di essere stato contattato dal proprietario dell’appartamento, Gerardo Velotto, uno dei dieci imputati a processo, per una visita alla sua abitazione dove si stavano eseguendo lavori di ristrutturazione. Sorrentino, con esperienza anche nel campo dell’edilizia, riferisce di essere entrato nell’appartamento il giorno prima della tragedia e che aveva fatto notare all’architetto Nello Manzo, un altro imputato, queste anomalie nelle pareti. “Lui mi rispose – continua – che ne aveva viste di peggio e che avrebbe risolto il problema con una cintura di fibra di carbonio”.

Ma nell’ambito dell’udienza fiume durata 5 ore sono emerse altre novità. Nel contro-esame condotto dall’avvocato Giuseppe Della Monica, difensore di Velotto, dell’operaio Francesco Gallo, e dalle dichiarazioni rese dall’altro operaio Damiano Opomia, entrambi impiegati nei lavori nell’appartamento al primo piano di proprietà di Marco Chiocchetti, altro imputato, è emerso che i muratori avrebbero realizzato degli interventi anche su alcune pareti portanti, oltre ad un balcone che non doveva esserci. Tutti elementi che andranno valutati attentamente, anche se saranno decisivi gli esiti delle perizie tecniche effettuate dagli esperti.

Nella prossima udienza, fissata per metà luglio, verranno ascoltati altri testimoni, tra cui don Ciro Cozzolino, sacerdote della chiesa della SS. Trinità, e il comandante del Gruppo carabinieri di Torre Annunziata ten. col. Filippo Melchiorre.