A cura di Anna Casale

Aveva ragione Carlo Lucarelli, punta di diamante del giallo e del noir italiano, quando, sulla quarta di copertina del terzo romanzo di Giovanni Taranto, giornalista-scrittore di Torre Annunziata, scrisse a chiare lettere che questa ennesima indagine del Capitano Mariani è “…una buona storia… profonda, misteriosa e intrigante, di respiro internazionale”.

Mala fede”, infatti, ora è volato davvero all’estero, verso una meta prestigiosa.

Dopo aver vinto il Premio Meridies per la letteratura, e dopo essere arrivato in Senato come esempio di un nuovo genere letterario capace di veicolare correttamente i temi della legalità e della lotta al crimine coniugando suspense, humor e conoscenze tecniche, la più recente opera di Taranto, è atterrata negli Stati Uniti: a Cambridge, nel Massachusetts. “Mala fede” è stato individuato per essere inserito nel catalogo dei volumi in consultazione nella Biblioteca universitaria di Harvard su segnalazione dei selezionatori del prestigioso istituto culturale che scelgono opere significative in tutto il mondo.

La scelta è stata operata per il particolare interesse suscitato dal romanzo del nerista di Torre Annunziata, sia come “crime story” basata su esperienza giornalistica che per i temi trattati.

“Mala fede” (Avagliano editore), ambientato in gran parte a Pompei, esplora la presenza del satanismo a Napoli nel Vesuviano e in tutto lo Stivale, punta i riflettori sul rapporto deviato di certa criminalità organizzata con la religione e propone anche la narrazione di eventi reali che hanno segnato il profondo percorso di fede e nuova conversione di Bartolo Longo, figura carismatica del cattolicesimo vesuviano, il cui passato oscuro è ignoto ai più.

Ma non è tutto. Come confermato da David Leyenson, uno dei responsabili dello sviluppo della collezione libraria, che cura acquisizioni di opere in lingua italiana, francese e spagnola, anche il predecessore di “Mala fede”, “Requiem sull’ottava nota” (vincitore del premio nazionale Mysstery al festival del giallo di Napoli) è entrato a far parte dell’immenso catalogo. La trama di questo secondo romanzo è incentrata sulle meccaniche dei clan, i loro business e il reclutamento dei minorenni da parte della criminalità organizzata.  Quest’ultimo tema, in particolare, aveva portato l’opera ad essere adottata nell’IPM di Nisida per un progetto di lettura con gli “ospiti” del semiconvitto.

Lo stesso Leyenson ha confermato che, ora che il Capitano Mariani è diventato “di casa” ad Harvard, si procederà per acquisire al catalogo della biblioteca più grande del mondo anche “La fiamma spezzata”, opera d’esordio del cronista oplontino.