Mauro Morrone nacque a Torre Annunziata il 6 marzo 1812, in un giorno di sole alle 10 del mattino, in una casa situata nella Strada San Gennaro (l’attuale corso Garibaldi). Sebbene alcune fonti riportino erroneamente la data del 12 marzo o addirittura l’anno 1811, la sua nascita è comunemente registrata come avvenuta nel 1812. Figlio di Pasquale Morrone, un semolaro di 38 anni, e di Anastasia Nappi, che aveva dieci anni in meno del marito, Mauro cresce in un contesto familiare che non presagiva la grandezza della carriera che avrebbe avuto.
Una carriera giuridica esemplare
Laureatosi in Giurisprudenza, Mauro Morrone si distinse ben presto nel campo del diritto, diventando una delle figure più eminenti della giustizia italiana del XIX secolo. La sua carriera lo portò a ricoprire ruoli di grande responsabilità: fu il primo presidente della Corte di Appello di Napoli, successivamente di Trani e di Messina, acquisendo un’autorità indiscussa nel panorama giuridico. Autore di numerose opere di rilevanza, tra cui “Il Diritto Marittimo del Regno d’Italia”, “Storia del Diritto Marittimo”, e “Su le spese e sul lusso”, Morrone dimostrò un impegno continuo nella valorizzazione del diritto, ma anche nella cultura e nella diffusione della conoscenza. A soli 27 anni, esordì con la traduzione di un poema di Lord Byron, “L’isola”, segno della sua poliedricità intellettuale.
Un ruolo attivo in politica e nella crescita della città
Oltre alla sua carriera giuridica, Mauro Morrone fu anche un uomo di spicco nella politica locale e nazionale. Per due legislature rappresentò il collegio di Torre Annunziata in Parlamento, dimostrando il suo impegno civile e la sua dedizione alla sua città natale. Tra i suoi successi politici, va ricordato il suo ruolo centrale nel 1877, quando, insieme al sindaco di Torre Annunziata Vincenzo Gambardella e al ministro dell’Interno Giovanni Nicotera, fu promotore dell’aggregazione delle frazioni Oncino e Grazie, che fino a quel momento appartenevano rispettivamente a Boscotrecase e Boscoreale, al comune di Torre Annunziata.
Nel 1877 fu anche eletto presidente della Commissione per la Riforma del Parlamento, dimostrando così la sua autorevolezza e la sua influenza nelle dinamiche politiche italiane dell’epoca.
L’ultimo saluto e l'eredità
Mauro Morrone morì a Napoli il 9 febbraio 1888, all’età di circa 78 anni. La sua morte lasciò un vuoto non solo nella giurisprudenza e nella politica, ma anche nel cuore dei suoi concittadini. In memoria del suo contributo alla crescita di Torre Annunziata, fu incisa sulla sua tomba un’epigrafe che recitava: “Al Comm. Mauro Morrone, giureconsulto insigne che nel Foro e nel Parlamento italiano con gli scritti e con la parola illustrò Torre Annunziata”.
L'omaggio della città: una strada a lui intitolata
L’amore e la stima che la città nutriva per Mauro Morrone sono testimoniati dal fatto che, agli inizi del Novecento, gli fu intitolata una strada a lui dedicata, la via che collega corso Umberto I (allora via del Popolo) con la Traversa Maresca. In passato, quella strada era conosciuta come vico Casillo, e successivamente come via Salute, un vicolo che fu costruito grazie all’opera del sacerdote Vincenzo Casillo, che concesse gratuitamente il terreno di sua proprietà per l’apertura della via. I lavori furono eseguiti a sue spese, dopo l’autorizzazione ottenuta dalla giunta municipale il 14 giugno 1897.
Mauro Morrone fu una figura che ha segnato indelebilmente la storia di Torre Annunziata, non solo come giurista, ma anche come uomo di cultura, politico e benefattore della sua città. Il suo nome vive oggi non solo attraverso le sue opere giuridiche, ma anche grazie all'omaggio che la città gli ha riservato intitolandogli una delle sue strade principali, testimoniando il rispetto e la gratitudine che la comunità oplontina continua a nutrire per lui.
Manca una foto di Mauro Morrone, introvabile negli archivi storici e su internet.