Non si sa ancora quando ci saranno le elezioni comunali. A giugno, se si vota insieme alle Politiche, a maggio, se si deciderà di attendere la scadenza naturale del mandato parlamentare.
Ma al di là della data delle consultazioni, a Torre Annunziata la politica è già in fermento per il prossimo appuntamento elettorale. I dieci anni del governo Starita sono oramai alle spalle, con quanto di buono o meno buono è stato fatto. Molto sul piano della legalità (la chiusura di Palazzo Fienga è l’emblema della lotta alla criminalità), un po’ meno sul versante delle concretizzazioni.
Un’accelerata si è avuta solo in questi ultimi due anni, con la (quasi) realizzazione della bretella di collegamento porto-autostrada e il completamento in atto del sistema fognario su tutto il territorio cittadino. Resta un punto interrogativo: il dragaggio del porto oplontino, per il quale la Regione Campania, attraverso i fondi europei, aveva stanziato risorse pari a 33 milioni di euro. C’è ancora tempo per realizzare un’opera di così grande importanza?
Ma un’analisi più approfondita del bilancio del decennio del sindaco uscente (e non più ricandidabile dopo i due mandati consecutivi) va sicuramente fatta, con obiettività e tenendo debitamente conto delle difficoltà insite in una realtà difficile qual è quella di Torre Annunziata.
E veniamo ai giorni nostri. Da quello che si sente in giro, anche se in politica non bisogna mai dare nulla di scontato, ci sarebbero dai tre o quattro candidati a sindaco per le prossime elezioni comunali.
Uno dovrebbe venir fuori dalle Primarie di coalizione di centrosinistra, previste per fine febbraio (esclusa la data del 19, inizialmente prevista), e che vedranno coinvolti il Partito Democratico, l’UdC, Nuovo Centrodestra, ed altre liste civiche. I candidati alle Primarie sono il medico chirurgo Carmine Alfano (la sua è per adesso l'unica candidatura ufficiale), sostenuto da UdC, NCD, e altre civiche, mentre il Pd deve ancora scegliere tra il consigliere comunale ed ex assessore Enzo Ascione e l'attuale capogruppo consiliare Raffaele Ricciardi. E' improbabile che entrambi possano contendersi la candidatura alle Primarie, a meno di clamorosi risvolti. Quindi i Democratici dovranno fare un solo nome che sia il più possibile condiviso.
Anche Ciro Alfieri, di Centro Democratico, è un altro più che probabile candidato sindaco alle prossime elezioni. Vanta un’esperienza di tutto rilievo. Politico degli anni ’80, è stato assessore nella prima e parte della seconda giunta Starita, fino a quando le strade con il primo cittadino non si sono interrotte, non senza polemiche.
L’avvocato Pierpaolo Telese, un altro candidato, è stato in passato un giovane politico emergente del Partito Democratico di Sinistra (PDS). E’ stato assessore nella prima e seconda giunta Cucolo, ed ha sfiorato la candidatura a sindaco nel lontano 2005, quando all’ultimo momento fu “scalzato” dall’avvocato Luigi Monaco. Dal 2012 è fuori dai giochi e si è dedicato esclusivamente alla sua professione forense. Ora ritorna in campo con la lista DeMa, che fa capo al sindaco di Napoli Luigi de Magistris, appoggiato da SI-SEL e da altre liste civiche.
In ultimo troviamo la coalizione di centrodestra, formata da Forza Italia, Fratelli d’Italia e Nuovo Psi. Qui una candidatura a sindaco (si vocifera quella di Fabio Boccia, figlio del cardiologo Enrico, già consigliere comunale) è meno ipotizzabile. I più pensano che alla fine questo raggruppamento sosterrà la candidatura di Alfieri sotto il simbolo di una lista civica.
Un’ipotesi analoga che potrebbe riguardare anche lo schieramento di Sinistra che fa capo a Telese, qualora questi trovasse di suo gradimento il candidato a sindaco uscito vincitore dalle Primarie del centrosinistra.
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