A cura della Redazione

“Marciare divisi per colpire uniti”. Il famoso motto del generale prussiano Helmuth von Moltke, grande stratega militare, purtroppo non vale in politica.

Le forze democratiche, progressiste e moderate che si opponevano al centrodestra (Pd, Sinistra Italiana, Verdi, più Europa, M5s e Terzo Polo di Calenda- Renzi) si sono presentate in ordine sparso e così hanno regalato il successo a Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi Moderati che, invece, hanno formato una coalizione compatta. Ciò pur avendo avuto i primi più voti complessivamente dei secondi, sfiorando addirittura il 50 per cento delle preferenze contro il 44/46 per cento del centrodestra, se si vogliono aggiungere anche quelli ricevuti da Italexit.

Questa scelta suicida del “campo largo” di frammentarsi in tre schieramenti è stata ancora più autolesionista nell’uninominale, dove solo il Movimento 5 Stelle ha saputo parare il colpo, quasi esclusivamente al Sud (a Napoli e provincia ha fatto il pieno dei voti). L’esempio dell’Ulivo di Romano Prodi del 1996 e del 2006, che portò alla vittoria il centrosinistra unito aperto all’area moderata, non è servito da lezione alla coalizione guidata da Enrico Letta. Il segretario del Pd non ha saputo, e non ha voluto, allearsi con il Terzo Polo e con il M5s e nemmeno con uno dei due. E il risultato sconfortante è stato una netta sconfitta.

Ora si impone una profonda e seria riflessione autocritica del Partito Democratico che dovrà essere capace di unire le forze progressiste e democratiche almeno all’opposizione. Un bagno rigeneratore non può che fargli bene, perché gli permetterà forse anche di rinnovare la sua classe dirigente a livello nazionale.

Quanto invece riguarda Torre Annunziata non possiamo che essere soddisfatti di avere al Senato, dopo tantissimi anni, un nostro concittadino, Orfeo Mazzella eletto nel M5s, che certamente si farà tramite delle istanze del nostro territorio e del suo esteso collegio elettorale.