A cura della Redazione
Erano ben sette mesi che non esordivamo con la parola vittoria nelle prime righe del consueto “pezzo” settimanale. E’ giunto il momento. Finalmente. Il Savoia ha battuto la Reggina conquistando tre punti importantissimi per il suo sin qui tribolato torneo. Com’è lontano quel 4 maggio di trionfo, quando il pur striminzito uno a zero al Città di Messina sanciva la diciassettesima affermazione interna su altrettanti incontri ed il formale ingresso in pompa magna nel calcio che conta. Purtroppo, però, proprio da quella data è cominciata una incredibile parabola discendente che vede oggi i bianchi annaspare nei bassifondi della classifica, tra marchiani errori in sede di calciomercato, separazioni in casa a livello societario e dissidi fortunatamente ricomposti tra i tifosi. Certo, nessuno aveva promesso la luna, ma le indicibili sofferenze cui è stata sottoposta la tifoseria hanno lasciato il segno: poche presenze sugli spalti pur con un programma in cartellone di tutto rispetto. Solo per fermarci a domenica scorsa, al Giraud è scesa una squadra, la Reggina di Foti, che solo sette anni fa disputava la massima serie e comunque va annoverata tra le migliori espressioni del calcio meridionale e non solo. Con i calabresi, Ugolotti ha mandato in campo una squadra inedita con uno schema inedito. Privo contemporaneamente di Laezza, Rinaldi, Di Nunzio, Gallo e Calzi, ha schierato il 4-4-2, e gli è andata di lusso. Il Savoia non solo ha giocato discretamente bene ma ha dato la sensazione che, forse, il nuovo modulo adottato può essere certamente riproposto senza che la squadra accusi particolari scompensi. Anzi, si è vista nettamente migliorata la prestazione di elementi sin qui criticatissimi per lo scarso apporto, Malaccari su tutti. Per l’ex eugubino, appunto, sembra proprio che la nuova collocazione di interno sinistro nel centrocampo a quattro sia quella giusta per esaltarne le qualità. Ovviamente, non è che la disposizione tattica vista con i calabresi sia la panacea di tutti i mali del Savoia; infatti, se a sinistra, con il grande spirito di sacrificio che lo caratterizza, Scarpa fa la sua parte, il Verruschi a destra è “arrangiato” e certo non rappresenta la soluzione definitiva. Idem per l’attacco, dove Del Sorbo e Corsetti, pur dando prova di grande abnegazione, non sono adeguati ai bisogni di una compagine che se si ritrova il quart’ultimo attacco del campionato con sole quattordici reti all’attivo. Il problema del gol ce l’ha, eccome. Diciamo allora che Ugolotti deve resistere come meglio può sino all’apertura del mercato invernale per supplire alle palesi deficienze della rosa a sua disposizione con atleti di categoria. Attenzione, serve gente disposta al sacrificio e con la voglia di mettersi in gioco; non abbiamo bisogno di “nomi” che avranno pur detto qualcosa in passato ma che oggi “galleggiano” alla ricerca di un ingaggio e nulla più. Da questo punto di vista, Maglione, almeno a parole, ostenta grande tranquillità e dà l’impressione di aver già individuato le pedine giuste. Speriamo bene. Domenica si viaggia verso Aprilia contro la Lupa Roma. Una squadra che, dopo una prima parte di torneo brillantissima, ha perso molto smalto conquistando appena sette punti nelle ultime nove partite, con una sola vittoria all’attivo, quella con l’Ischia. Potrebbe essere questa l’occasione giusta per i bianchi di portare via un risultato positivo per dare continuità al ritrovato successo interno e tenere nel mirino quel quint’ultimo posto distante ora quattro punti. Purtroppo, sarà l’ennesima trasferta senza tifosi. I tafferugli post Savoia-Cosenza sembrano pesare come un macigno sulle decisioni degli organi competenti. A nulla sono valse le ripetute prove di maturità fornite. Eppure, proprio con i laziali, in un match praticamente senza storia (un solo precedente), si poteva dare una chance agli sportivi torresi, sui quali sembra che la tolleranza zero valga più che altrove. MATTEO POTENZIERI