E’ morto a 71 anni Pietro Anastasi attaccante di Juventus, Inter e della nazionale tra la fine degli anni 60 e gli anni 70.

A darne la notizia è stato il sito ufficiale della società bianconera: "Oggi è un giorno triste per tutta la Juventus, per il calcio italiano e per tutti coloro che lo hanno conosciuto. Pietro Anastasi ci ha lasciato".

Pietruzzu, come lo chiamavano i suoi tifosi, era malato da tempo di Sla. Ieri sera l'ultimo respiro, con la moglie e il suo secondo figlio Gianluca accanto.  

LA CARRIERA

Pietro Anastasi è cresciuto nella Massiminiana, vecchia società catanese, disputò due campionati di Serie D tra il 1964/65 e 1965/66. Le sue doti realizzative attirarono subito le attenzioni dei club più quotati. L'anno successivo la spuntò il Varese, che grazie al contributo di Pietruzzu, centrò subito la promozione in Serie A.

Nel 1967/68 si mise in evidenza, conquistando le attenzioni del CT dell'Italia che lo convocò agli Europei casalinghi. Debuttò, appena ventenne, nella finalissima contro la Jugoslavia l'8 giugno 1968. La partita si concluse in parità, 1-1. Il regolamento non prevedeva i calci di rigori, bensì il replay. Due giorni dopo il tecnico Valcareggi rivoluzionò la formazione, inserendo forze fresche, ben cinque elementi, confermando in attacco Anastasi. Il giovane siciliano ripagò la fiducia del tecnico siglando il raddoppio. L'Italia dopo trent'anni conquistava un trofeo internazionale. Era dai tempi di Vittorio Pozzo che il Paese attendeva un successo così prestigioso.

Anastasi toccava il cielo con un dito. Dopo la rassegna continentale approda alla Juventus, dove diventa un elemento cardine della squadra torinese.

Dal 1968/69 al 1975/76 conquista ben tre Scudetti. È sfortunato nelle finalissime della Coppa delle Fiere 1970/71, Coppa Italia 1972/73, Coppa dei Campioni 1972/73 e Coppa Intercontinentale 1973 (al posto del rinunciatario Ajax) sempre sfuggite alla Juventus. Considerato un modello per i giovani del Mezzogiorno, rappresentava per loro un riscatto sociale.

Fu uno dei primi giocatori meridionali ad imporsi nel grande calcio. Per un sfortunato evento non partecipò al Mondiale in Messico nel 1970. Uno strano scherzo perpetuato da un massaggiatore ai suoi danni, lo colpì nel basso ventre. Dovette operarsi immediatamente, rinunciando a malincuore alla competizione iridata. Di quella Nazionale costituiva una coppia micidiale con Gigi Riva. L'ultima stagione in bianconero fu amara, infatti la Juventus perse uno Scudetto quasi vinto, facendosi rimontare dal Torino di Gigi Radice.

La società bianconera decise di cedere il giocatore, in rottura con l'intero ambiente, in uno scambio, non privo di polemiche, con l'interista Boninsegna. A Milano non brilla, ma riesce a vincere la Coppa Italia 1977/78. Dopo la vittoria della Coccarda tricolore, incappa in un precoce declino che lo regala ad una squadra di secondo piano come l'Ascoli.

Chiuse la carriera a Lugano (Svizzera) nel 1981/82, l'anno del Mondiale di Spagna. Dei ventidue dell'Italia campione d'Europa 1968, Anastasi è il settimo a lasciarci dopo Ferrini, Facchetti, Salvadore, Bulgarelli, Rosato ed Anquiletti