A cura di Antonio Papa

Campionato 1969-70: per il Savoia e Torre Annunziata era stata una stagione trionfale, arricchita dalla promozione in serie C giunta in seguito alla penalizzazione inflitta dai giudici agli acerrimi avversari della Turris.

Tutto nacque dopo la denuncia dei nuovi proprietari del Savoia, i fratelli Russo, i quali presentarono ricorso per un presunto illecito sportivo dei corallini.

Avvocati di rango superiore, Prisco e Masera, oltre a prove schiaccianti fecero giustizia nelle aule del tribunale.

Indimenticabili i caroselli dei savoiardi per le vie cittadine, bandiere al vento e clacson suonati a più non posso per festeggiare l’evento nell’evento: la vittoria del campionato, giunta ai danni dei cugini di Torre del Greco!

In questo clima di festa da una parte e mestizia dall’altra, in un assolato 6 agosto del 1970 si inserisce il corrispondente locale de “La Stampa” inviato sul luogo della contesa, praticamente all’incrocio tra le due Torre per raccontare di epici scontri, mortali guerriglie e vendette senza perdono tra le due tifoserie da dare in pasto ai lettori del Belpaese, in modo da rappresentare come si vive male il calcio nel Meridione.

E invece, no!

Niente scontri, nessuna vendetta, zero guerriglie!

Anzi, il nostro caro corrispondente si ritrova a dover raccontare una pagina da libro “Cuore”, degna di essere ricordata con le sue stesse parole.

”Alla notizia della sentenza i cronisti di “nera” dei principali giornali napoletani si trasferiscono a Torre Del Greco. Si teme che succedano incidenti, con i tifosi inferociti nelle strade, le sassaiole, le drammatiche corse delle ambulanze verso gli ospedali. Circolano voci ancora più allarmanti. Sembra che un commando di torresi stia organizzando una spedizione punitiva nella vicinissima Torre Annunziata per punire i fratelli Russo. Torre del Greco è intanto presidiata dai tutori dell’ordine: così pure la periferia della città.

Sembra imminente il verificarsi di gravi incidenti. Ma passa il primo giorno e non succede niente. Trascorre anche il secondo giorno: niente. Arriva la domenica mattina e gli avamposti di Torre Annunziata annunciano, finalmente, l’avvicinarsi dei nemici. In lontananza, infatti, si scorge un gruppetto di una decina di tifosi. Stringersi di pugni, digrignar di denti, l’aria si fa densa di suspense. Ma, quando il commando arriva nella città rivale, non avviene nessun pestaggio. Quelli di Torre del Greco gridano infatti che sono lì da amici. C’è un abbraccio, generale, cordiale, sincero. Si va al bar per il rinfresco!”.

Ecco, questo era il sunto finale dell’articolo pubblicato su “La Stampa” del 7 agosto 1970.

A distanza di oltre cinquant’anni, l’aria che si respira a Torre Annunziata, capitolo Savoia, è tutt’altro che allegra, anzi.

L’incubo di saltare la stagione diventa reale ogni giorno che passa, ogni ora.

Non sappiamo di chi sia la colpa maggiore.

Sembra, però, che questa città, questa gente, questa passione, questa squadra che ha vissuto in epoca lontana anni di gloria, non faccia più appassionare personaggi di spessore che abbiano tempo e denaro da investire, quasi come fosse diventata una sorta jokebox in cui ogni tanto qualcuno si ferma, mette dentro un gettone e alla fine della canzone va via, come se nulla fosse successo, riprendendosi il gettone iniziale.

Sarà tutta colpa di questi personaggi?

Sarà colpa della politica nostrana?   Oppure è colpa del torrese in generale?