A cura della Redazione

Mario Pellerone, presidente dimissionario del Savoia, annuncia che se entro il 31 ottobre non si manifesteranno "concrete alternative" per rilevare il club, l'assemblea societaria straordinaria convocata per quella data delibererà le dimissioni dei quattro associati rimasti e richiederà la "messa in liquidazione della stessa società e la cancellazione dal campionato di Eccellenza campana della squadra".

E' ormai un countdown quello fissato dall'attuale dirigenza del sodalizio calcistico di Torre Annunziata, con due possibili strade che si diramano: o la scomparsa del club (cosa già accaduta in passato) o l'arrivo di una cordata di imprenditori in grado di risollevarne le sorti. 

Per quest'ultimo caso, bisogna attendere le mosse del principe Emanuele Filiberto di Savoia, che nei giorni scorsi aveva annunciato la sua discesa in campo per farsi da garante di un gruppo di "volenterosi" (se così possiamo definirli) intenzionati a non far morire il calcio nella città oplontina, affidandosi a un comitato promotore formato da imprenditori e noti professionisti torresi a cui spetta il compito di "rintracciare" i finanziatori del progetto e assicurarne la conretezza.

"Fino ad oggi non è arrivata nessuna richiesta di subentrare nella gestione dell’ASD AC Savoia 1908 - evidenzia Pellerone -. Il dott. Matachione e i suoi collaboratori non hanno ancora dimostratao l’esistenza della capacità economico-finanziaria necessaria a gestire il campionato in corso. Tutto il resto sono solo chiacchere senza la vera sostanza".

Pellerone ribadisce poi i motivi che lo hanno indotto a lasciare: l'indisponibilità dello stadio Giraud causa interventi di riqualificazione nell'ambito del PNRR e l'inchiesta della DDA di Napoli sul pizzo alla società richiesto dalla camorra.

Sul primo punto, Pellerone manifesta tutto il suo stupore, definendo "inspiegabile" la dichiarazione di inagibilità dell'impianto sportivo "quando fino a maggio era agibile". "Tutti i lavori di adeguamento dello stadio Giraud sono stati pagati da me - sottolinea l'ormai ex patron - come anche il piano di sicurezza e quello di emergenza sanitaria indispensabili per ottenere l’agibilità dell’impianto".