A cura della Redazione

Su ordine della Procura della Repubblica di Salerno - Direzione Distrettuale Antimafia, la Polizia di Stato (Squadra Mobile di Salerno) ha dato corso all'esecuzione di un'ordinanza applicativa di misura coercitiva personale emessa dal GIP presso il Tribunale di Salerno, con la quale è state disposta l’applicazione di dieci misure di custodia cautelare in carcere e tre agli arresti domiciliari.

L'organizzazione criminale era composta da tutti cittadini extracomunitari di nazionalità somala, a cui sono stati contestati i reati di associazione per delinquere finalizzata all'immigrazione clandestina, realizzata anche mediante l'impiego di trattamenti  inumani e pericolosi per l'incolumità dei migranti.

Le indagini delegate alla Squadra Mobile di Salerno, sono state avviate all'indomani dell'approdo nel porto di Salerno, nella primavera del 2015, della nave “Chimera” della Marina Mercantile, con a bordo 545 migranti di nazionalità somala.

Successivamente alle operazioni di sbarco, le persone soccorse nel Mar Mediterraneo da parte della nave, sono state ospitate presso alcuni centri di accoglienza, anche in provincia di Salerno. Approfittando di questa circostanza, gli investigatori della sezione criminalità straniera della Squadra Mobile di Salerno hanno visitato le strutture, assumendo informazioni da parte di alcuni migranti che riferivano fatti di vessazioni e trattamenti disumani subiti nel corso del tragitto dalle coste libiche verso l'Italia.

Nell'occasione, agli investigatori salernitani non è sfuggito che alcuni migranti erano in possesso di numeri di utenze telefoniche, anche estere, da chiamare secondo le istruzioni ricevute all'imbarco dalle coste libiche.

Al vertice del sodalizio, ramificato in più parti del territorio nazionale, è stato individuato un cittadino tedesco di origine somala, Mahdi Abdisalan Kalif, attualmente dimorante in Germania, per il quale è stato richiesto, ed ottenuto, all'Autorità giudiziaria tedesca l'esecuzione di un mandato di arresto europeo.

Nel corso delle indagini è stato accertato che alcuni migranti erano stati lasciati per tre giorni senza acqua, cibo e medicinali, nonostante alcuni di essi fossero affetti rispettivamente da scabbia e febbre alta, così come diagnosticato e refertato dall’ospedale “Vecchio Pellegrini” di Napoli.

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