A cura della Redazione

La morte del manager Sergio Marchionne non sarebbe stata provocata da un tumore ai polmoni, come in un primo momento si era ipotizzato, bensì da un doppio arresto cardiaco.

A stroncarlo un doppio arresto cardiaco, secondo il giornale La Stampa. L’operazione alla spalla - scrive il quotidiano torinese - doveva concludersi con una breve convalescenza, ma sono sopraggiunte complicazioni inattese, come del resto confermato nella nota diffusa nei giorni scorsi da Fca. Dopo un primo arresto cardiaco, Marchionne è stato trasferito in rianimazione e tenuto in vita grazie alle macchine. Il secondo arresto cardiocircolatorio gli è stato fatale.

Secondo Lettera 43, invece, all'ex amministratore delegato di Fca era stato diagnosticato tempo addietro un sarcoma alla spalla, un tumore maligno piuttosto invasivo. "Nell'occasione gli erano stati addirittura manifestati alcuni dubbi sull’efficacia dell’operazione, ritenuta ad alto rischio", scrive Paolo Madron, direttore della testata, spiegando che Marchionne presentava un quadro clinico già "debilitato da un cronico problema alla tiroide per cui prendeva quotidianamente dei farmaci". Dopo l'intervento il manager sarebbe stato colpito da embolia cerebrale, per poi precipitare in coma profondo.

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