Almeno sei persone sono morte e 86 sono rimaste ferite, oltre 20 delle quali in condizioni critiche, nei raid aerei condotti da Israele sulla capitale yemenita Sana'a, controllata dai ribelli Houthi sostenuti dall’Iran. Secondo le autorità locali, gli attacchi hanno colpito un edificio nel centro città, un deposito di carburante, due centrali elettriche e il palazzo presidenziale.
L’esercito israeliano ha confermato di aver colpito "un complesso militare dove si trova il palazzo presidenziale, due centrali elettriche e un deposito di carburante", spiegando che i raid sono stati "una risposta agli attacchi ripetuti del regime terroristico Houthi contro lo Stato di Israele e i suoi civili". Nelle ultime settimane, i ribelli hanno lanciato missili e droni verso Israele, incluso un missile con testata a grappolo che, secondo fonti militari, si sarebbe frammentato in volo venerdì scorso.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che "il regime terroristico Houthi sta imparando a proprie spese che pagherà - e ha già pagato - un prezzo altissimo per la sua aggressione contro Israele". Da parte loro, gli Houthi hanno promesso ritorsioni e hanno ribadito che continueranno la lotta "fino a quando non cesserà l’aggressione e sarà revocato il blocco di Gaza". L’Iran, alleato dei ribelli, ha condannato duramente i raid.