A cura della Redazione

Alberi divelti per fare spazio ai marciapiedi. La denuncia arriva dall'associaizone Pro Natura, che con il suo rappresentante, il prof. Catello Filosa, parla della vicenda dei nuovi marciapiedi in via Vittorio Veneto, «qualcosa di incredibile». «Piantate piccole querce, circa due anni fa, molte di esse sono seccate e comunque sostituite con nuovi impianti, che anche se stentatamente erano riusciti ad attecchire e a sopravvivere - si legge nella nota -. Non passa neanche un altro po’ di tempo che si mette mano alla eliminazione dei vecchi marciapiedi, che effettivamente erano una vergogna cittadina, e farne di nuovi. Fin qui niente da eccepire. Ma durante i lavori di rifacimento i nuovi alberi, e quelli già esistenti, sono stati abbattuti. La logica avrebbe voluto che gli stessi, nemmeno troppo grandi, potevano essere alleggeriti della loro chioma e prelevati con tutte le radici da una ditta specializzata visto anche il periodo favorevole (storia di questi giorni, gennaio-febbraio 2019) e sistemati provvisoriamente in un vivaio per poi essere reimpiantati alla conclusione dei lavori, oppure essere sistemati altrove (in via Marianna Spagnuolo)».

Filosa poi prosegue: «Su sollecitazione della Pro Natura rivolta ai direttori dei lavori si è cercato di salvarne alcuni da questa vera e propria mattanza, in particolare le piccole querce, reimpiantandole su altri marciapiedi che ne erano sprovvisti, sperando in un loro recupero. L’operazione è avvenuta in piena estate con tutte le conseguenze che si possono immaginare, gli alberi mal si sono adattati e molti di essi sono puntualmente deperiti e seccati. Oggi, alcuni stentano a sopravvivere, ma speriamo che con il clima favorevole riescano a superare questo inverno, anche in virtù del fatto che in questo periodo l’albero è in fase di riposo vegetativo. Mi chiedo con profonda amarezza - prosegue il prof. Filosa -, si sapeva da tempo che i marciapiedi dovevano essere rifatti, e allora perché piantare alberi e sperperare danaro pubblico sapendo che ci sarebbe stato questo intervento? Gli alberi potevano essere acquistati e lasciati nel vivaio di acquisto per poi piantarli a tempo debito. Non mi piace puntare il dito sulle persone. Trovare qualcuno a cui dare la colpa può darci la sensazione che ormai il problema si sia risolto. Se la colpa è di qualcuno, lo è anche la responsabilità di trovare una soluzione. Qui non si desidera accusare nessuno, ma concentrarsi sul fare meglio le cose in avvenire su questo come su altri problemi inerenti la vita cittadina. Gli alberi delle nostre città vivono sotto un continuo stress che fa sì che diventino molto vulnerabili a malattie e attacchi parassitari. Se vogliamo che un albero svolga le sue funzioni vitali quali produzione di ossigeno, assorbimento di CO2 e inquinanti aero dispersi e miglioramento del microclima urbano, bisogna creare le condizioni perché esso possa crescere rigoglioso in un arco temporale adeguato. Gli alberi meritano rispetto, perché è grazie ad essi che noi viviamo, è lo slogan più ripetuto dai bambini, facciamo che non rimanga solo uno slogan».

Filosa parla anche dei «pini abbattuti in via Marianna Spagnuolo, per evitare che il forte vento potesse causare danni gravi a persone o a cose. Alcuni erano inclinati a causa di mancati interventi in passato, ed avrebbero dovuto essere sostituiti da un nuovo piano di reinserimento. Niente di tutto questo è avvenuto. Un paese che abbatte alberi e non li sostituisce in maniera adeguata, è un paese sempre più povero e malato. Qui a Gragnano i nostri avi, per delimitare le rispettive proprietà, non alzavano muri o fili spinati, ma mettevano a dimora ai propri confini dei pini, confini che venivano e vengono tuttora rispettati. Basta recarsi nelle zone collinari di San Nicola dei Miri o di Caprile e Aurano per averne una chiara visione, con pini sparsi a macchia di leopardo un po’ ovunque che né il vento né le forti piogge riescono per fortuna ad intaccare. Non siamo pazzi e non desideriamo aprire nessuna polemica con l’Amministrazione comunale - continua Filosa -, vogliamo solo richiamare l’attenzione e la sensibilità dei cittadini per questi nostri sfortunati compagni di viaggio che nella città sono troppo spessi dimenticati, bistrattati, aggrediti ed inquinati. Il loro abbattimento è deciso senza scrupoli, senza chiedere il parere di chi in questa città si impegna donando una parte del proprio tempo agli altri. Di fronte a questo scempio perpetrato ai danni di queste povere vite, mi rimorde la coscienza. Non desidero essere complice della loro morte, perciò faccio appello ai giornali, agli organi preposti, di dare voce al mio dissenso - conclude Filosa -. Non posso dire non mi riguarda, oppure che cosa vuoi che sia tanto saranno sostituiti con nuovi impianti».

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