A cura della Redazione

Castellammare di Stabia torna ancora una volta al centro dell’attenzione giudiziaria. Gli undici arresti eseguiti nelle scorse settimane, che coinvolgono persone ritenute vicine o appartenenti alla camorra stabiese, riaccendono il dibattito sulla tenuta sociale e politica della città.

In questo clima teso, un gruppo di cittadini, professionisti e figure della cultura stabiese ha deciso di intervenire pubblicamente. Sono Davide Bozza, operaio e saggista; Giuseppe De Rosa, attore; Vincenzo Di Maio, pensionato; Gaetano Imparato, giornalista; Mario Manna, dirigente d’azienda; Sandro Turcio, sociologo CNR.

Nella lettera aperta i firmatari esprimono preoccupazione per la persistente presenza della camorra nel tessuto sociale, ma allo stesso tempo ribadiscono fiducia nel lavoro dell’amministrazione in carica.

La lettera aperta

«La città di Castellammare di Stabia – scrivono i firmatari -  in quest’ultimo mese è nuovamente sotto i riflettori della magistratura con l’arresto di undici persone a vario titolo appartenenti o legate alla camorra stabiese. Questa nuova inchiesta segue a distanza di pochi mesi quella che ha portato all’interdizione delle aziende che prestano servizi in appalto alla società Juve Stabia per presunte collusioni o infiltrazioni camorristiche; ed ancora, a quella della scorsa primavera che ha portato a numerosi arresti anche tra insospettabili colletti bianchi a servizio del clan D’Alessandro.

Il tema della legalità e trasparenza nella gestione della cosa pubblica è un nodo problematico per Castellammare: una spada di Damocle che ricade continuamente sulla testa dei cittadini. Un tema che va affrontato con grande forza e senza risparmio di energie e senza tralasciare o, peggio, escludere la dovuta sensibilità verso quei consiglieri che sono citati negli atti giudiziari affinché su di loro non si abbatta l’ignominia dello stigma legato ad una parentela, soprattutto se non soggetta neanche ad indagini giudiziarie.

Le reazioni politiche dopo gli arresti

In quest’ultima settimana, a seguito degli 11 arresti, ci sono state una serie di reazioni politiche. L’eurodeputato Ruotolo ha chiesto le dimissioni del consigliere comunale della maggioranza intercettato mentre parla a telefono con un affiliato alla cosca dei D’Alessandro. Dal canto suo, il sindaco Luigi Vicinanza ha dichiarato “chi non si schiera apertamente nella lotta e nel contrasto al malaffare camorristico non può avere responsabilità pubbliche, non può far parte della mia maggioranza, deve dimettersi”. La stessa posizione è stata espressa dal gruppo consiliare del PD per mezzo del capo gruppo Giovanni Tuberosa: “chi non si riconosce nei principi della legalità, [...] non può avere spazio nelle istituzioni, né condividere il percorso avviato dal PD e dal sindaco Vicinanza”.

Inoltre, quattro consiglieri dell’opposizione hanno chiesto al sindaco Vicinanza di far richiesta al Prefetto di inviare la commissione d’accesso, mentre il responsabile cittadino di FdI chiede le dimissioni del sindaco per evitare un altro scioglimento che bloccherebbe l’amministrazione e la gestione dei fondi pubblici in arrivo da regione e PNRR.

La pervicace presenza della camorra nel tessuto sociale stabiese è motivo ricorrente di preoccupazione per i cittadini ma anche di riflessione per la politica di fronte alle sue responsabilità e allo spettro dell’ennesimo scioglimento anticipato del Consiglio comunale. Sarebbe il sesto, quasi un continuum che dura da oltre vent’anni: un vero e proprio disastro e scempio della coscienza e della cultura politica stabiese.

“Non distruggere ciò che funziona”: l’appello dei cittadini

Per questo, nello stesso tempo in cui la magistratura farà il suo corso, rispettosi dell’autonoma scelta del Prefetto di inviare o meno la commissione d’accesso al comune, siamo fermamente convinti della buona fede del Sindaco e della necessità che l’amministrazione Vicinanza giunga alla naturale scadenza del mandato elettorale.

C’è la possibilità di non buttare il bambino con l’acqua sporca? Nelle ultime ore il sindaco Vicinanza, unitamente ai gruppi consiliari, ha deciso di estromettere i consiglieri Nino Di Maio e Gennaro Oscurato dalla maggioranza consiliare, allo scopo di allontanare dalla stessa ogni ombra di illegalità e malaffare. Ora si rende necessario che partiti e figure istituzionali elette sul territorio rafforzino questa iniziativa, avviando un dibattito pubblico per costruire un argine sociale e civico alle attività riconducibili alla camorra e che conduca a scelte politiche condivise con la città.

La proposta: avviare gli “Stati generali della città”

Proponiamo quindi di dare vita a un percorso unitario, istituzionalmente forte, che coinvolga il consiglio comunale, partiti, liste civiche, associazioni, intellettuali e cittadini in un propositivo e proficuo dibattito: una sorta di Stati generali della città. Tocca alle istituzioni e alla politica ridare fiducia ai cittadini, mentre la mancata apertura delle istituzioni alla società civile e ai lavoratori sarebbe un errore esiziale».

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