A cura della Redazione

E’ stata una grande manifestazione civile e militare il funerale del cavaliere Vittorio Manzo. Ha comandato da maresciallo capo la Stazione dei Carabinieri di Pompei dal 1996 al 2010. Parliamo di un protagonista nel campo della lotta di contrasto alla criminalità e alle illegalità - prima a Torre Annunziata e poi a Pompei - con valori umani e professionali impareggiabili in cui hanno prevalso la profonda umanità, l’equilibrio e soprattutto l’autonomia di giudizio.

Il suo merito professionale è stato in piena linea con la tradizione dell’Arma. Non a caso erano presenti alle onoranze funebri, che si sono concluse con la messa celebrata nella Parrocchia del Santissimo Salvatore di Pompei, numerosi militari della Benemerita a tutti i livelli, a sottolineare il valore di un uomo esempio di vita e dedizione al lavoro.

Sono intervenuti i vertici dell’Arma dei Carabinieri a partire dal generale di brigata Mario Cinque, comandante della Legione Campania. E poi, il generale in pensione Domenico Cagnazzo, ispettore regionale dell’Associazione Nazionale dei Carabinieri, di cui il maresciallo Manzo era stato affiliato, costituendo tra l’altro il nucleo dei volontari che opera presso il Santuario di Pompei.

Anche per questo motivo sono arrivati il pubblico riconoscimento e la stima nell’omelia pronunciata dall’Arcivescovo Tommaso Caputo.

A Torre Annunziata, Manzo ha operato con successo nel nucleo operativo. Alle esequie era presente anche il generale Giuseppe La Gala, comandante della Legione Veneto, che all’epoca è stato il suo comandante di Compagnia. La Benemerita ha avuto una partecipazione affettuosa e sentita, stringendosi attorno alla famiglia di don Vittorio. Dai suoi capi ai suoi più stretti collaboratori sul campo a Pompei, come il maresciallo Massimo Serra (attuale comandante della caserma di Boscoreale), ai protagonisti attuali della Stazione pompeiana, a partire dall’attuale comandante Tommaso Canino, e della Compagnia Carabinieri di Torre Annunziata.

L’Amministrazione comunale di Pompei era rappresentata dal vicesindaco Carmine Massaro (figlio di carabiniere). Ma soprattutto si deve sottolineare la presenza di tanta gente comune che è venuta a testimoniare il suo affetto a don Vittorio, che è rimasto uno di loro fino all’ultimo momento della sua vita rappresentando un esempio di forza e di modestia, nella più esemplare tradizione della Benemerita.

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