A cura della Redazione

Alberto Angela è ufficialmente cittadino onorario di Pompei. Il giornalista, scrittore e divulgatore scientifico - come papà Piero - ha ricevuto il riconoscimento in piazza Bartolo Longo, nel corso di una cerimonia a cui hanno preso parte autorità civili (in primis il sindaco Pietro Amitrano), religiose e militari, nonché tante scuole del territorio.

Emozionato, Angela ha risposto alle domande degli studenti, manifestando ancora una volta il suo amore per la città e questa terra, spesso oggetto delle puntate dei suoi documentari in onda sulla RAI, ultimo dei quali "Stanotte a Pompei" (sulle ultime ore di vita degli abitanti della città antica uccisi poi dall'eruzione del Vesuvio del 79 d. C.) che ha riscosso un enorme successo di critica e pubblico.

«Pompei abbraccia il suo nuovo cittadino», si legge sulla pagina Facebook ufficiale del Comune, da cui è tratta l'immagine che pubblichiamo.

«Sono onorato di averti come concittadino - ha detto il sindaco Amitrano rivolgendosi ad Alberto Angela -. Ci hai insegnato a conoscere il nostro passato. Hai insegnato ai ragazzi ad essere curiosi. Ho voluto fortemente che diventassi cittadino onorario perché la tua lezione servirà alle generazioni future a difendere la nostra storia e la nostra identità».

«E' molto bello. In un certo senso sono tornato a casa - dice Angela nel suo discorso -. Ho sempre cercato di capire il passato. Quando iniziai a fare i primi servizi in tv, cominciai proprio da Pompei venticinque anni fa. Ricordo perfettamente la città. Era una prima carezza. Mi sentivo come uno studente al primo giorno di scuola. Ogni volta che ritorno imparo qualcosa, scopro qualcosa di diverso, come se non ci fossi mai stato prima. All'epoca il mio "Virgilio" fu il prof. Antonio De Simone (presente tra gli oltre tremila cittadini accorsi per l'evento, ndr). Sono un viaggiatore e ho bisogno di vivere un luogo. E' stato il prof. De Simone a guidarmi, che mi ha fatto innamorare dell'antichità. Il rapporto d'amore con la città antica e moderna dura ormai da un quarto di secolo».

Angela si è poi soffermato sull'ultima scoperta che di fatto riscrive la storia del sito archeologico: l'eruzione del Vesuvio ci fu nel 79 d. C., ma non ad agosto bensì ad ottobre. «Quella data del 17 ottobre rinvenuta in una iscrizione è proprio la data di oggi. Una straordinaria coincidenza. Pompei è un luogo che stupisce continuamente. L'idea di fare programmi di cultura in prima serata, come ha fatto la RAI con "Stanotte a Pompei", è stata una operazione molto coraggiosa. La speranza del nostro futuro passa anche dal passato, come quello di Pompei». 

IL DISCORSO COMPLETO DEL SINDACO AMITRANO

“C’è una cosa, che più di ogni altra, mi ha sempre colpito guardando i reportage di Alberto Angela: i suoi occhi. La capacità con la quale, in questi anni, è stato capace di guardare dove altri avevano solamente visto. Gli occhi di Alberto Angela, da oggi nuovo cittadino di Pompei, sono gli occhi dei grandi viaggiatori del Grand Tour. Il modo con il quale Angela poggia il suo sguardo sulla bellezza del nostro passato è lo stesso di Montesquieu, di Goethe, di Stendhal, di Dickens.

Uguale è la passione e la curiosità che muove quegli occhi, stesso è lo stupore con il quale si percepiscono le cose. E questa capacità di bloccare le immagini, di fermare i dettagli come solo un grande giornalista sa fare, è la chiave del successo. Perché arriva agli spettatori, ai lettori, agli ascoltatori, in maniera coinvolgente, in alcuni casi, addirittura violenta. Gli occhi di Angela diventano i nostri occhi, e Pompei, l’immensa, incommensurabile bellezza di una storia riemersa dalla cenere, diventa un infinito, meraviglioso racconto.

Grazie. Grazie di cuore. Perché, in qualche modo, lei ci ha insegnato a guardare nel modo giusto anche il nostro passato. Lei ha insegnato ai nostri ragazzi ad essere curiosi. A non fermarsi alla superficie delle cose. A scavare. Come hanno fatto, oltre un secolo fa, coloro che hanno riportato Pompei alla luce. Perché solo chi sa guardare riuscirà a cogliere la bellezza che ha intorno. E ad amarla, ad apprezzarla, quindi a proteggerla e a tramandarla. Ecco perché ho voluto fortemente che lei potesse diventare cittadino onorario di questa città: perché la sua lezione servirà alle generazioni del futuro a difendere la nostra storia e la nostra identità. Benvenuto nella nostra comunità, Alberto”.

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