A cura della Redazione
Domenica 10 febbraio 2008 alle ore 19,00, a Torre del Greco, nella Basilica Pontificia di Santa Croce si terrà un incontro di riflessioni e preghiera dal titolo “Per non dimenticare… Giovanni Palatucci”; per ricordare l’ultimo Questore di Fiume italiana, morto nel campo di sterminio di Dachau e, con lui, le tante altre vittime di quell’atrocità. L’evento è organizzato dalle associazioni culturali “Prometeo” e dall’Associazione Nazionale Onlus “Amici dell’Arte - sez. Campania", con il patrocinio del Comune di Torre del Greco, Assessorato alla Cultura. L’incontro culturale si articolerà in un momento di preghiera con don Fabio Manca, cappellano della Polizia di Stato e don Giosuè Lombardo, parroco della Basilica di Santa Croce e negli interventi di Ciro Borriello e Liborio D’Urzo, rispettivamente sindaco e assessore alla Cultura del comune di Torre del Greco, di Pietro De Rosa, dirigente del commissariato di Pubblica Sicurezza di Torre del Greco, di Antonio Borriello, attore e regista, di Flavio Russo, scrittore e storico e di Pierpaolo Pinhas Punturello, Rabbino della Comunità Ebraica di Napoli. Seguirà il concerto di musica sacra con l’ Ensemble vocale e strumentale “Salerno Classica” diretta dal maestro-concertatore Luciano D’Elia, con la partecipazione del soprano Anna Pietrafesa e dell’organista Stefania Cucciniello. L’occasione è la ricorrenza della morte dell’eroico Funzionario di Polizia, di origine irpina, che, in servizio presso la Questura di Fiume (Dirigente dell’Ufficio Stranieri, prima, Questore Reggente, poi), dal 1939 al 1944, aiutò concretamente a sottrarsi alla cattura e a fuggire, verso paesi liberi, tanti perseguitati politici e migliaia e migliaia di ebrei, vittime delle leggi razziali antisemitiche del luglio-novembre del 1938, diversamente destinati ai campi di sterminio. A causa di questa suo impegno, una vera e propria “missione superiore”, il Questore Palatucci non esitò a donare la sua vita per il bene di tutti. Scoperto dai tedeschi e arrestato dalla Gestapo, con l’accusa di cospirazione ed intelligenza con il nemico, fu condannato a morte, poi, con la commutazione della pena, fu deportato in Germania, nel Lager di sterminio di Dachau (matricola 117.826), dove morì per gli stenti e le sevizie subite, aiutando sino all’ultimo i suoi compagni di sventura. Era il 10 febbraio del 1945 poche settimane prima della liberazione. Nel 1996 Monsignore Alberto Alberti, responsabile dei cappellani della Polizia di Stato ha proposto, al segretariato della congregazione per le cause dei Santi, il “caso Palatucci”, determinando l’apertura della Causa di Beatificazione. E, così, nel 2004, per l’eroico sacrificio, l’incrollabile fede e le non comuni qualità cristiane, questo novello martire, a termine del processo diocesano, è stato insignito del titolo di “Venerabile”. Chiusa questa fase, il processo per la beatificazione è ora ritornato alla congregazione per le cause dei Santi. CALBO