A cura di Enza Perna

Era affollata la Basilica di Santa Croce di Torre del Greco per il rito funebre del 24enne Francesco Mazzacane, il giovane deceduto nel residence Linate di Novegro per ever inalato monossido di carbonio fuoriuscito da una caldaia malfunzionante. Insieme a lui anche il suo compagno 21enne di Torre Annunziata, Pietro, che l’aveva raggiunto da un paio di giorni. Pietro è stato in coma fino a pochi giorni fa, poi miracolosamente si è risvegliato ed attualmente è ricoverato all’ospedale Fatebenefratelli di Milano.

Ad officiare la cerimonia funebre don Ciro Scala, che si è rivolto spesso alla madre del ragazzo, orfano di padre. “Perché Dio non è intervenuto durante quella notte? Un giovane che va al Nord per trovare un futuro migliore, trova invece la morte. Di fronte ad un dramma simile non ci resta che il silenzio e la preghiera”.

Durante il rito viene letta anche una commovente lettera da parte della cugina Arianna dedicata a Francesco: “Checco, oggi sarò portavoce della famiglia Mazzacane. Ci piace pensare che questo mondo pieno di odio e di sofferenze non è mai appartenuto alle persone speciali come te, piene di vita, di bontà, di classe, un animo gentile che ha saputo affrontare moltissime avversità con una forza invidiabile. Durante le notti passate insieme mi confidavi con un dispiacere immenso che ti mancava tanto il tuo papà. Vogliamo credere che fosse arrivato il momento di recuperare il tempo con lui in un posto migliore. Tu affrontavi il dolore con il sorriso, con le risate, nel tuo stato più totale di irrequietezza e solitudine ti ho visto cercare la felicità, che ti ha regnato dal momento in cui hai incontrato Pietro. Sei impresso dentro di noi con le tue mille contraddizioni, con le infinite imperfezioni che ti rendevano perfetto nella tua unicità. Siamo grati alla vita per avere avuto la fortuna di conoscerti, amarti, apprezzarti, condividere momenti magici e per essere stati tuoi cugini, zii, nonni e parenti. Per sempre la tua famiglia”.