A cura della Redazione
Dopo l’operazione di sgombero di stamattina delle famiglie da Palazzo Fienga, alle ore 12,00 presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Torre Annunziata, il procuratore capo Alessandro Pennasilico ha tenuto una conferenza stampa. Presenti anche Il Questore di Napoli Guido Marino, il Colonnello dei Carabinieri Antonio De Vita, il Comandante della Finanza Salvatore Tatta, il Procuratore capo di Napoli, Giovanni Colangelo, e l´aggiunto Filippo Beatrice. «Dopo trentatrè anni e quattro ordinanze di sgombero, finalmente Palazzo Fienga è stato sgomberato – ha dichiarato il dott. Pennasilico -. Per noi non è una vittoria, perché abbiamo sempre tenuto conto delle conseguenze umane e sociali derivanti da tale provvedimento. La stampa – continua il procuratore - non ha trattato in modo adeguato la questione, a dir poco complessa per il numero di famiglie coinvolte. L’operazione è stata condotta in sinergia con la Questura di Napoli, con i Comandi provinciali delle forze dell´ordine e con la DDA. Abbiamo prima verificato le reali condizioni dell’edificio. Una perizia tecnica ha accertato che il fabbricato in questione è incompatibile con il soggiorno di persone al proprio interno. Il sindaco Giosuè Starita – ha concluso il procuratore - è stato il terminale delle decisioni assunte. Voglio sottolineare, infine, il grande impegno dell’amministrazione comunale che ha trovato in tempi piuttosto brevi una sistemazione per tutte le 42 famiglie sgomberate». Tutti gli interventi successivi hanno rimarcato l’importanza dell’operazione effettuata a Palazzo Fienga, con una perfetta collaborazione fra i diversi livelli istituzionali. «I Gionta non rappresentano il passato – ha detto il Procuratore aggiunto Beatrice -. Abbiamo sì eliminato la loro roccaforte, perché è a Palazzo Fienga che venivano organizzati omicidi e azioni di sangue, è lì che venivano occultate arme e sostanze stupefacenti, ed è lì che il clan aveva vita. Ma è altrettanto vero che i clan si rigenerano. Oggi è stata una giornata campale – conclude il dott. Beatrice - perché oltre allo sgombero sono stati effettuati 14 arresti per traffico internazionale di droga». Intanto i primi dati del dopo sgombero parlano di circa centoquaranta residenti coinvolti. Quaranta sono stati sistemati in un albergo della zona, altri quarantasette nei box di via Tagliamonte. Infine, quarantanove persone sono state ospitate in dodici aule della scuola di via Isonzo. ENZA PERNA